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Rientrato l’allarme bomba davanti alla casa fiorentina del procuratore Tescaroli: sta indagando sulla strage di via dei Georgofili

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È rientrato l’allarme bomba scattato questa mattina per una scatola rinvenuta davanti alla casa a Firenze del procuratore aggiunto Luca Tescaroli. L’oggetto sospetto è un pacco batterie per la ricarica di microcar elettriche. Da capire perché sia stato lasciato davanti alla casa del magistrato, se non sapevano come disfarsene o se sia stato dimenticato. La scatola metallica con dei fili elettrici che fuoriuscivano è stata trovata però proprio di fronte al portone d’ingresso dell’abitazione del magistrato che sta indagando sui mandanti occulti delle stragi del ’93-’94.

L’allarme è scattato intorno alle 8 di lunedì mattina, quando gli uomini della scorta hanno individuato la scatola davanti alla casa, in pieno centro cittadino, con conseguente intervento di artificieri e carabinieri. In base a immagini registrate dalle telecamere di strada, sarebbero stati due uomini a collocare il contenitore metallico.

Le riprese, già acquisite dai carabinieri, risalgono alla notte tra domenica e lunedì. Sono in corso accertamenti per risalire all’identità di queste persone e per capire se si tratti di un avvertimento anche se l’ipotesi è che non ci sia un intento minatorio. Tescaroli, che in passato ha indagato anche sulla strage di Capaci e su Mafia Capitale, a Firenze è titolare insieme al procuratore facente funzioni Luca Turco dell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi come quella di via dei Georgofili. In particolare in queste settimane sta conducendo gli accertamenti sulle presunte rivelazioni del fiancheggiatore dei Graviano, Salvatore Baiardo, riguardo una foto che mostrerebbe Silvio Berlusconi in compagnia del boss.

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