Il finale di stagione nel calcio europeo ha regalato la storia della squadra che viene dal mare. Tra le tante curiosità che talvolta spuntano dal mondo pallonaro, quella dell’Almere City, squadra dell’omonima città olandese, è tra le più singolari. L’Almere City è stato promosso nella massima serie per la prima volta nella sua relativamente giovane storia, visto che il club è stato fondato nel 2001. Non è nato da nessuna fusione, né ha acquistato il titolo sportivo da qualche società fallita: semplicemente non esisteva. Trent’anni prima della sua fondazione, non esisteva nemmeno la città di Almere. C’era solo acqua e fango.

Quando nei primi anni Settanta l’Olanda calcistica si faceva conoscere in tutto il mondo attraverso il Feyenoord di Happel e l’Ajax di Cruijff e Michels, Almere era solo un progetto sulle carte degli ingegneri dell’OLZIJP, l’ente pubblico che gestiva i polder dell’area centrale del paese, e nemmeno si chiamava così. La prima casa fu costruita tra il 1975 e il 1976, al termine dell’ultima fase di un immenso progetto di bonifica che portò, dieci anni dopo, alla costituzione della provincia del Flevoland. Questa regione può essere considerata un autentico capolavoro dell’ingegneria idraulica olandese, iniziata con il completamento della diga di sbarramento dell’Afsluitdijk a nord e proseguita con la costruzione di varie dighe a forma circolare che hanno consentito di pompare l’acqua fuori poco alla volta dall’enorme bacino idrico creato. La bonifica della parte meridionale del Flevoland, quella più vicina ad Amsterdam e nel quale è sorta Almere, è iniziata nel 1968 e ha chiuso il cerchio.

Essendo state concepite per favorire un’edilizia abitativa economica, le città del Flevoland hanno poco da condividere con il resto del paese, risultando anonime e grigie. Poco più che dormitori, insomma, anche se circondati da tanto verde. Non è un caso che fino a poco tempo fa per un giocatore finire nell’Almere City significava essere giunto al capolinea della propria carriera oppure, se giovane, in un vicolo cieco. Almere dista una quarantina scarsa di chilometri da Amsterdam, come la città è stata inizialmente utilizzata come valvola di sfogo di una capitale alle prese con cronici problemi di sovraffollamento e penuria di spazi abitativi, così la squadra è nata in seguito allo spostamento di una società dilettantistica di Amsterdam chiamata Zwarte Schapen (Pecore Nere).

Visto il forte incremento degli abitanti della città di Almere, che oggi supera i 230mila residenti, la comunità chiedeva la costituzione di una polisportiva: le pessime condizioni economiche nel quale si trovavano Ie Zwarte Schapen, allenate per un anno anche dall’ex icona oranje Johnny Rep, portarono nel 2001 alla costituzione di una società nuova di zecca chiamata Omniworld. Cinque anni dopo la sezione calcistica debuttava nel professionismo, che in Olanda equivale alla seconda divisione. Dal 2010 il club è stata ribattezzato Almere City dal nuovo proprietario Lesley Bamberger, imprenditore edile a capo del Kroonenberg Groep, per dare maggiore identità territoriale a un società considerata fino a quel momento un poco anonima. Bamberger ha cambiato tutto: ragione sociale, colori della divisa (da bianco-malva a rosso-nera) e stemma (via il muflone, sostituto da un volatile stilizzato).

L’Almere City è stato definito un club caratterizzato da una crescita organica, come quando si pianta un seme e poi bisogno aspettare molto prima che la pianta cresca e produca frutti. Pochi passi, iniziati con l’acquisizione del 100% delle quote del piccolo Yanmar Stadion (poco più di 4mila posti), e gestione oculata, con un budget cresciuto gradualmente da 7 a 11 milioni di euro. La stagione appena conclusa aveva visto la squadra centrare il suo miglior piazzamento di sempre, il terzo posto nella B olandese, utile per accedere ai play-off, vinti a sorpresa superando tre turni, tutti con partita di andata e ritorno, tra cui la finale contro l’Emmen, 16esimo in Eredivisie, la massima divisione olandese. Un campionato che la prossima stagione vedrà ai blocchi di partenza per la prima volta la squadra venuta dal mare.

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