Il portavoce del dipartimento di Stato statunitense Matthew Miller ha annunciato che a partire dal 16 giugno il segretario di Stato USA, Anthony Blinken, sarà in visita a Pechino. La notizia arriva dopo un recente colloquio telefonico avvenuto fra lo stesso Blinken e il ministro degli Esteri cinese Qin Gang, dopo che i canali diplomatici si erano resi più complicati a causa del caso del pallone spia cinese che aveva sorvolato gli Stati Uniti, le provocazioni di Washington su Taiwan e una serie di dichiarazioni pubbliche che avevano contribuito ad alzare la tensione tra le due potenze. Il viaggio di Blinken era infatti previsto per il mese di febbraio ma è stato rimandato all’ultimo a causa delle frizioni diplomatiche emerse.

Secondo quanto dichiarato dal dipartimento di Stato, Blinken incontrerà “alti funzionari cinesi per discutere l’importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione al fine di gestire in modo responsabile le relazioni tra Stati Uniti e Cina”, complicate anche dalla collisione sfiorata nello stretto di Taiwan tra un cacciatorpediniere Usa e la nave da guerra cinese lo scorso 5 giugno. Miller ha poi aggiunto che nel corso dei colloqui “saranno sollevate anche questioni di interesse bilaterale, questioni globali e regionali e potenziale cooperazione su sfide comuni transnazionali”.

Dopo la conferma della visita, Pechino ha replicato per bocca del portavoce dell’ufficio per gli affari di Taiwan, Zhu Fenglian, che “l’isola di Taiwan non è altro che una pedina nella strategia degli Stati Uniti per contenere la Cina che può essere scaricata in qualsiasi momento”. Zhu ha poi aggiunto, citando una fonte dell’intelligence USA riportata dal portale The Messenger, che Washington avrebbe pronto un piano per l’evacuazione dei suoi cittadini che vivono a Taiwan in caso di degenerazione dei rapporti bilaterali fra le due potenze. Ha concluso poi affermando che: “Se scoppia una guerra nello stretto di Taiwan, l’isola si trasformerebbe in un campo di battaglia e la sua popolazione in carne da cannone, ma gli americani semplicemente se ne andrebbero”. Alla fine del suo intervento si è poi rivolto ai “compatrioti” di Taiwan, sostenendo che “la maggioranza della popolazione dell’isola capirà chiaramente se gli Stati Uniti stanno appoggiando l’isola o la stanno dannando, se le autorità statali la stanno proteggendo o stanno provocando un disastro“.

In conclusione del viaggio di Blinken, che si terrà fra il 16 e il 21 giugno, è prevista anche una tappa a Londra, dove il segretario di Stato parteciperà ad una conferenza sull’Ucraina per “aiutare a mobilitare il sostegno internazionale da parte del settore pubblico e privato per aiutare la ripresa dell’Ucraina dopo i brutali attacchi della Russia”.

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