Le azioni di Mediaset for Europe, la holding televisiva della famiglia Berlusconi, accelerano anche martedì a Piazza Affari cavalcando la speculazione circa una possibile vendita del gruppo da parte degli eredi di Silvio Berlusconi. Il giorno successivo alla morte del fondatore il titolo Mfe B, quello più rappresentativo con dieci diritti di voto, ha chiuso in aumento del 7% a 0,75 euro, ai massimi da un anno e mezzo. Mfe A ha segnato un rialzo finale del 13% a quota 0,56. In aumento anche Prosieben, il gruppo del quale il Biscione è ampiamente primo azionista con quasi il 30% delle quote: il titolo della società tedesca è salito a Francoforte del 2%.

Tra i nomi dei potenziali acquirenti circola soprattutto quello di Vivendi, secondo socio di Mfe con il 23,8%: la quota era stata rastrellata per la fallita scalata di qualche anno fa. Gli analisti di Equita citano anche l’interesse di gruppi internazionali come Discovery. Già a maggio si era poi parlato di un possibile interessamento del patron di Rcs Urbano Cairo. “Riteniamo sarà importante verificare i nuovi assetti in Fininvest“, la cassaforte di famiglia controllata attraverso sette holding, alla luce di quelle che saranno le disposizioni testamentarie, affermano gli analisti Equita.

L’idea prevalente in Borsa è che comunque chi eventualmente rileverà il controllo di Mfe-Mediaset dovrà farlo d’accordo col governo. Sebbene senza Berlusconi l’azienda avrà minor peso politico, qualche analista arriva a ipotizzare il possibile esercizio del golden power per mettere in sicurezza la tv italiana. Nel 2020 un emendamento al decreto Covid ha consentito all’Agcom di intervenire in caso di scalata avviando un’istruttoria da concludere entro sei mesi per valutare se l’operazione incide negativamente sul pluralismo informativo. E agire di conseguenza.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Inflazione, in Germania a maggio +6,1% e in Spagna +3,2%. In Italia resta a +7,6%

next
Articolo Successivo

Flop della politica di coesione per il Sud. Istat: “Le regioni del Mezzogiorno sono la più vasta area di arretratezza dell’Europa occidentale”

next