“Oggi è il 4 giugno, esattamente quattro mesi fa, ho ricevuto una chiamata dal consolato di Napoli alle 9.40 del mattino: ‘Signora, devo darle una brutta notizia, si sieda per favore: suo figlio Mateo è morto'”. Inizia così il lungo e doloroso post sul profilo Facebook di Lola Simón Martin, la madre di Mateo Correas, lo studente spagnolo 21enne che la notte del 4 febbraio scorso è stato travolto da un’auto a Bari, mentre percorreva a piedi la Statale 100.

Dopo quattro mesi non sono ancora state ricostruite del tutto le dinamiche di quella notte, in cui intorno alle 3 del mattino, il 21enne, che si trovava momentaneamente in Italia per il programma Erasmus, fu investito e ucciso da un’auto mentre percorreva la carreggiata vicino ad Adelfia, in provincia di Bari. Il giovane era reduce da una festa a Villa Casale, a Casamassima, paese del barese poco distante dal luogo della tragedia. Il conducente del mezzo si era fermato a prestare soccorso, ma quello che tuttora resta avvolto dall’oscurità è perché il ragazzo stesse vagando a piedi e in piede notte sulla strada Statale.

“Sono passati quattro mesi senza sosta per cercare di capire cosa è successo quella notte”, continua la madre del 21enne nel suo post, ribadendo che il figlio aveva partecipato quella sera ad una festa Erasmus, a quanto pare organizzata dall’ESN (Erasmus Student Network) di Bari, a cui – sempre a detta della madre – ci sarebbero state circa 180 persone, molte delle quali spagnole. “Non sappiamo ancora il perché ma ha abbandonato quella festa, era da solo? Accompagnato? Non lo so. Ha camminato verso Casamassima lungo quella strada dove è stato investito. Alloggiava a Bari, erano arrivati alla festa in autobus, che ci faceva lì?? Nessun messaggio a nessuno che abbia lasciato la festa, niente sul cellulare. Nemmeno consulto di Google maps, niente…”, prosegue il post.

La donna ha sottolineato che “a oggi nessuno mi ha detto che si sta indagando su cosa ci faceva quel ragazzo sulla strada, e sono già passati quattro mesi dall’evento. Ho ottenuto delle foto, grazie a loro ho potuto sapere che i gruppi tra cui Mateo si è mosso quella notte erano di spagnoli. Ho inviato messaggi e parlato con la maggior parte di loro. La conclusione di tutte le conversazioni è sempre la stessa: nessun ricordo di quella notte. Ma un po’ di qui, un po’ di là, il cerchio si stringe. Tutti vogliono voltare pagina. Ma no, noi non vogliamo, né possiamo dimenticare quella notte”.

La madre del 21enne precedentemente aveva infatti diffuso, sempre sul suo profilo Facebook, un appello, chiedendo di inviarle foto o video che potessero essere collegati alla tragica serata, confidando nella condivisione sui social e sperando di “riuscire a muovere qualche coscienza“. Ma il materiale pervenuto e le testimonianze dei presenti a quella serata, come ha ricordato lei stessa, non avevano permesso di fare alcun passo avanti nella risoluzione della vicenda.

La madre della vittima ha concluso il suo sfogo promettendo anche che non smetterà di invocare giustizia per il figlio, ritenendo impossibile che nessuno abbia visto il 21enne abbandonare la festa e allontanarsi da solo: “So che nessuno me lo restituirà, ma tutta questa storia è troppo oscura e la mia mente deve sapere. Un giorno tutte quelle persone che c’erano alla festa e si sono legate a lui, in un modo o nell’altro, saranno padri e madri e quel giorno, come se fosse un flash, ricorderanno quella notte, proveranno per un secondo quello che provo e allora mi capiranno”.

Foto tratta dal profilo Facebook di Lola Simón Martin

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