La nostra reputazione è quello che gli altri dicono di noi. Danilo Toninelli ha sbagliato il nome di un traforo, e quell’errore ha generato una sensazione che va oltre l’errore: Toninelli è un fesso! Se chiedo perché, i più non sanno neppure la storia del traforo. Qualcuno pensa che per colpa sua sia crollato il ponte Morandi. Ogni volta che mi trovo in una discussione del genere richiamo alcuni fatti.

Toninelli era Ministro dei Trasporti quando è crollato il ponte Morandi, ma non da tempo sufficiente per ascrivergli la responsabilità del crollo. Quando il ponte è caduto, e sono morte decine di persone, ha detto: la società che ha in concessione la gestione delle autostrade non ha saputo impedire il disastro: togliamole la licenza. Sei veramente un fesso: ma lo hai letto il contratto? Ci sono clausole in base alle quali, anche in un caso come quello del ponte, gli oneri di rescissione sono a carico dello Stato. Toninelli, allora, chiede: chi ha affidato un asset strategico per il paese, costruito con fondi pubblici, ad una società privata che ha guadagnato miliardi senza fare manutenzione? Chi ha firmato un contratto in cui lo stato deve pagare i danni a chi fa cadere i ponti? Già, chi? Non mi interessano i nomi, mi interessa chiedere come mai nessuno si sogna di dire che i fessi sono loro, visto che, da rappresentanti dello stato, hanno affidato ai privati la cosa pubblica con contratti che fanno gli interessi dei privati contro quelli dello stato.

Se sapevano quel che stavano facendo la parola per definirli non è “fessi”. Se, invece, poverini, non se ne sono accorti, allora sono fessi. Toninelli denuncia la cosa e il fesso è lui!

Ma non finisce qui. Toninelli è Ministro anche quando si ricostruisce il ponte. Eh, ma non l’ha mica fatto lui! Giusto. L’incarico è stato affidato al presidente della Regione Liguria: Giovanni Toti, e al sindaco di Genova: Marco Bucci. Non sono del M5S, sono su tutt’altra sponda… ma guarda! Toninelli affida l’opera a due persone che riescono a realizzarla: il merito è loro, mica di Toninelli. Se avessero fallito, però, la responsabilità di chi sarebbe stata? Ma è chiaro: di Toninelli che li ha scelti. Se però ci riescono Toninelli non ha alcun merito! Un’opera di quella complessità è stata fatta a tempo di record e, a quanto pare, senza rubare. Conoscete progetti simili che abbiano avuto lo stesso esito? Forse la new town de L’Aquila? O la sede del G7 alla Maddalena? O lo stadio dei mondiali di nuoto? L’elenco delle opere inutili realizzate e abbandonate, oppure non finite, è lunghissimo. Ma la reputazione di Toninelli, l’unico che sia riuscito in un’impresa del genere, tanto che per un po’ si è parlato del Metodo Genova, è rovinata da quel nome di traforo.

L’altro scemo, di questi tempi, è Giuseppe Conte. Gli dicono che il PNRR è un problema: ha fatto arrivare troppi soldi, e non riusciamo a realizzare in tempo utile le opere previste. Qualcuno propone di fare stadi, con i soldi del PNRR, altri propongono un ponte che viene promesso da decenni, che è costato miliardi di studi di fattibilità e progettazione, e che non è stato realizzato. Di transizione ecologica si parla poco, anche se gran parte di quei fondi sono arrivati proprio a quel fine. Quando Conte disse di voler proporre quello che poi sarebbe diventato il PNRR tutti gli dicevano: ma sei scemo? Prendi il MES, no? E lui: no, la Grecia è andata a gambe all’aria con il MES, io voglio qualcosa di differente. Non te la daranno mai! Conte va a Bruxelles, riesce a convince gli scettici, e la sua proposta viene accettata. Eh… non è merito suo, ce lo avrebbero dato lo stesso, era un atto dovuto. Ma come, prima gli dicevano di prendere il MES e lui diceva PNRR, e ora vien fuori che il PNRR era già bell’e pronto per noi? Ma allora erano scemi quelli che dicevano di prendere il MES, no?

Vabbé, cambiamo discorso, l’obiezione diventa: sono debiti. Vero, una parte è a debito. Ma con interessi vantaggiosissimi, inferiori a quelli dei titoli di stato. Quando la vendita dei titoli di stato va benissimo, il nostro debito aumenta e, con lui, gli interessi, ma chi fa queste operazioni è un genio della finanza. Conte è scemo, ottiene il PNRR (che comunque sarebbe arrivato anche se a chiederlo ci fossero stati Berlusconi e Salvini) ma è ovvio che non sarebbe riuscito a gestirlo, con ministri come Toninelli. Per fortuna ecco un genio: Mario Draghi. Reputazione stellare: lui sì che realizza tutto, whatever it takes. L’agenda Draghi non era altro che quella di Conte, ma vuoi mettere le capacità di Draghi? Lui usava il metodo Draghi, mica quello di Toninelli.

Dopo un po’, però, Berlusconi e Salvini lo fanno cadere (non Conte, come vogliono farci credere) e, finalmente, arrivano i nostri: Siamo pronti! Ci dicono. Ora, si tratta degli stessi che hanno reso necessario l’arrivo di Monti perché, con loro al governo, stavamo andando in default, ma è solo un dettaglio, presto dimenticato. Ora pare che non riescano a fare le opere in tempo. Un suggerimento lo avrei: diamole a Toninelli. Tanto è un fesso, magari fa tutto il lavoro e poi il merito se lo prendono loro. Vogliamo parlare di Speranza e della gestione del Covid? Stessa storia.

Un proverbio dice che i fatti parlano più forte delle parole, ma in questi casi non vale. Calunniate, calunniate… qualcosa resterà, invece, funziona alla grande, perché la madre dei fessi, quelli veri, è sempre incinta.

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