Il Tar di Trento sospende l’ordinanza di morte, emessa dal presidente della giunta provinciale di Trento, Maurizio Fugatti. E questa è ovviamente una buona notizia, poiché l’orsa JJ4 è ora all’interno del recinto del Casteller, quindi lontana dalle zone antropizzate. Se, da una parte, la giustizia amministrativa ha decretato che non sono chiare le motivazioni di pericolosità di questa mamma orsa, dall’altra rimane il grande problema della gestione degli orsi e anche dei lupi in un Trentino che non sa progettare una via sostenibile.

E su questo tema si gioca tutta la credibilità di un Trentino che è visto come un territorio che mira solo a uccidere orsi e lupi, senza dimostrare capacità gestionali che invece si potrebbero davvero mettere in gioco. Eppure ci sono moltissime possibilità di gestione sul territorio trentino, anche per gli orsi cosiddetti “confidenti”.

Ma lo sapete che è stata avanzata una proposta di creazione di un areale circoscritto, proprio nel parco Adamello-Brenta, dove potrebbero essere inclusi gli orsi che sono definiti “problematici”? E questa proposta prevede che in questa area, non aperta al pubblico, si studino questi orsi, tramite impiego di veterinari, zoologi e biologi, al fine di riabituarli a perdere quella confidenza nell’avvicinamento ai luoghi antropizzati. Il progetto è in corso e qui trovate un video interessante che vi spiega l’idea.

Pare che girino anche parecchie idee di trasferire questi orsi in parchi-zoo a pagamento o in cosiddetti “santuari” per orsi; ma lo sapete che questi siti sono dedicati a orsi che provengono già da situazioni di convivenza con l’uomo, come orsi ballerini dell’est? Non è possibile mettere orsi selvatici come quelli che vivono in Trentino in questi luoghi: guardateli bene e rendetevi conto se sia possibile mettere qui un orso o orsa che fanno oltre quaranta chilometri al giorno, che cercano di viere in solitudine, perché gli orsi selvatici sono così!

Parliamo del rifugio in Baviera, dove gli orsi sono in spazi di poco maggiori all’attuale del Casteller, ed esposti al pubblico a pagamento; oppure in Giordania, dove le temperature sono troppo elevate e anche qui, gli orsi sono insieme ad altri animali che nulla hanno a che vedere con il loro habitat naturale. Oppure di un cosiddetto santuario, in Romania, dove addirittura si trovano decine di orsi tutti insieme. Si tratta di orsi che rappresentavano un’attrazione turistica e sono qui perché sottratti a maltrattamenti da circhi o proprietari vari. Guardate i luoghi dove si propone il trasferimento e capirete perché non è possibile procedere in tal senso per gli orsi del Trentino.

Ma ci si rende conto che invece, qui, stiamo parlando di orsi selvatici, abituati a vivere nei boschi, in maniera schiva e lontano dall’uomo? E che, se l’incontro con l’uomo avviene, se ne vanno e si allontanano se non vengono provocati o non si sentono minacciati? La proposta di gestione degli orsi trentini deve passare da una predisposizione del territorio.

Un’altra ipotesi potrebbe essere quelle di ampliare il centro del Casteller; io ci abito vicino e conosco bene questa zona; ma lo sapete che attualmente parliamo di circa 7000 metri quadrati per il recinto degli orsi, ma che tutto intorno ci sono oltre 35 ettari di bosco, sempre di proprietà della provincia di Trento? Quindi un’altra ipotesi potrebbe proprio essere quella di creare spazio idoneo ampliando tale area e renderla sicura per gli orsi confidenti, quindi gestirli sul territorio, ma con spazi adeguati e non esposti al pubblico, riprendendo quei concetti espressi sopra, con la possibilità di studio per la loro riconversione alla non confidenza, isolandoli dagli uomini.

Su queste proposte ci stiamo lavorando seriamente qui in Trentino, ma è difficile davvero, quando la politica non ascolta e preferisce andare avanti con strategie medioevali di abbattimenti assurdi; e sarebbe bello che chi propone soluzioni come parchi zoo o cosiddetti “santuari” valutasse bene il fatto che in questi luoghi non ci sono le condizioni per far vivere decorosamente orsi selvatici, senza promettere soluzioni che non mi pare siano proprio a favore del benessere degli animali che vorrebbero proteggere.

Certo, la volontà è quella di salvare loro la vita, certo, pure quella di toglierli da un sito angusto come l’attuale predisposizione del Casteller; ma non si può nascondersi che trasferire questi orsi significa solo toglierli dai pensieri, toglierli dalle grinfie di chi li vuole abbattere; ma poi, cosa facciamo, trasferiamo un orso o due all’anno, ogni volta che succede qualcosa? Forse non vale la pena provare a creare, seriamente, qui in Trentino quelle soluzioni che darebbero sicurezza a chi vive nelle zone di montagna e tranquillità agli animali che sono diventati confidenti, ricordiamolo, sempre per colpa dell’uomo?

La proposta è lanciata e inviata al Ministero, anche se pare che questo se ne voglia lavare le mani, scaricando sull’incompetente giunta provinciale trentina ogni decisione. E invece sarebbe interessante se qualcuno raccogliesse queste idee di progettazione sul territorio; forse il Trentino potrebbe riacquistare credibilità nel mondo e recuperare anche il terreno sotto il profilo della promozione turistica.

Articolo Precedente

Total approva la versione “al ribasso” della nuova strategia climatica. Tensioni tra attivisti e azionisti fuori dall’assemblea

next
Articolo Successivo

Nubifragio nell’Avellinese: in questa guerra meteorologica non si capisce chi sia l’aggressore

next