Gli amministratori di centrodestra da una parte, la premier di centrodestra dall’altra. Diametralmente all’opposto. In mezzo c’è il possibile commissario per la ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia Romagna. Per i governatori Zaia, Toti e Occhiuto quel ruolo deve spettare sin da subito a Stefano Bonaccini, presidente della Regione. A pensarla come loro anche il sindaco di Forlì, Gianluca Zattini, anche lui della stessa coalizione della presidente del Consiglio. Che però la vede diversamente, come dimostrato dal niet di Fratelli d’Italia e della Lega alla nomina, come confermato da quanto detto oggi dalla stessa leader del governo nella conferenza stampa tenuta con Ursula von der Leyen dopo la visita in elicottero nelle zone colpite dall’alluvione. “Oggi il mio principale problema non è chi spende i soldi, è trovarli” ha detto Giorgia Meloni, rispondendo a una domanda dei giornalisti e meravigliandosi “che sia questo il tema che vi sta a cuore mentre ci sono ancora i funerali delle persone”. A chi le ha fatto notare che la questione non stava a cuore ai cronisti, bensì ai governatori di centrodestra, la premier ha risposto con estrema chiarezza e altrettanto fastidio: “Vale anche per loro” ha detto, prima di aggiungere che il tema “mi pare che l’abbiate sollevato molto bene anche voi”.

Una vicenda, quella del commissario post alluvione, che quindi continua a produrre scintille nella coalizione al governo del Paese. “Noi ci stiamo occupando di ricostruire, di fare del nostro meglio, di trovare le risorse – ha detto Meloni – Quando arriverà il tempo della ricostruzione ci occuperemo del commissario per la ricostruzione”. Un ragionamento, quindi, che vale “anche per i governatori di centrodestra“. Questi, tuttavia, vogliono Bonaccini commissario, anche in tempi rapidi, come avvenuto in passato, tanto che il governatore dell’Emilia Romagna ha già ereditato dal suo predecessore Vasco Errani l’incarico di commissario per la ricostruzione dopo il sisma del 2012.

L’allora governo, quello tecnico guidato da Mario Monti, deliberò quella nomina in dieci giorni, all’indomani di una nuova scossa, mentre si piangevano diverse vittime. Su una soluzione rapida di quel tipo spinge Bonaccini, sostenuto da buona parte del mondo imprenditoriale e sociale della sua regione. Al momento, però, le parole della premier confermano che è un’ipotesi quanto meno in stand-by. Del commissario, dice un ministro, “si parlerà dopo la fine dello stato di emergenza“. Che nel frattempo il Consiglio dei ministri ha esteso ad alcuni comuni di Marche e Toscana colpiti dall’alluvione ( garantendo altri 8 milioni di euro ai comuni interessati). Con tre regioni coinvolte, è la riflessione che si fa in ambienti di governo, è difficile assegnare la ricostruzione al governatore di una sola. Dalla regione più colpita, però, a fronte delle polemiche si fa notare che anche nel sisma del 2012 furono coinvolte la provincia veneta di Rovigo e quella lombarda di Mantova, ma ciò non impedì di affidare il ruolo di commissario a chi guidava l’Emilia Romagna. Oggi come allora, aggiungono le stesse fonti, si deve puntare su una gestione commissariale incardinata nelle istituzioni territoriali. Intanto, Bonaccini ringrazia la premier per la seconda visita in pochi giorni, e i due assicurano all’unisono: “Insieme stiamo lavorando molto bene”. Ma questo non basta per nominarlo commissario.

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

Conte: “Il governo ha svenduto Ita a Lufthansa, più che Fratelli d’Italia sono Fratelli di Germania”

next
Articolo Successivo

Cent’anni di don Milani: “Prete e maestro: così disse di no al potere costituito”. Parla Sandra Gesualdi, figlia di un allievo di Barbiana

next