Lo commissione disciplinare della Federcalcio spagnola (Rfef) ha deciso di non squalificare Vinicius Jr dopo l’espulsione rimediata Valencia. Una decisione che ricorda il precedente di Romelu Lukaku, espulso per doppia ammonizione nella semifinale di Coppa Italia contro la Juventus per aver esultato zittendo la curva bianconera da cui erano arrivati ululati razzisti. Il giudice sportivo aveva confermato la squalifica, poi annullata con la grazia dal presidente Figc Gabriele Gravina. In Spagna invece si è deciso di intervenire subito: Vinicius a Valencia è stato vittima di insulti razzisti, con i cori “scimmia” che hanno portato anche alla sospensione della partita per 10 minuti (troppo poco). Prima del fischio finale, l’attaccante brasiliano del Real Madrid visibilmente arrabbiato è stato protagonista di una gomitata che ha portato al cartellino rosso. Dopo quanto accaduto però, viste anche le prove video fornite dal Real Madrid, la commissione disciplinare ha deciso di annullare le “conseguenze disciplinari” di tale espulsione e di autorizzare il brasiliano a tornare in campo mercoledì al Bernabéu per la 36esima giornata della Liga.

Una decisione senza precedenti, che ha scatenato la bufera in Spagna. Al contrario del caso di Lukaku, infatti, l’espulsione di Vinicius non è direttamente legata agli insulti razzisti. Il brasiliano è stato cacciato dall’arbitro dopo che il Var gli ha mostrato le immagini della rissa scoppiata nei minuti finali del match, durante la quale Vinicius ha colpito l’avversario Hugo Duro con una gomitata. Al direttore di gara De Burgos Bengoetxea al monitor però sono state fornite solo video parziali, che non mostravano come lo stesso Hugo Duro avesse preso da dietro Vinicius, mettendogli un braccio intorno al collo. La gomitata, insomma, è arrivata per liberarsi dalla presa: come minimo, andava espulso anche il giocatore del Valencia. La commissione disciplinare quindi ha deciso di togliere la squalifica a Vinicius perché l’arbitro non ha avuto a disposizione tutte le immagini. Non viene mai citato il razzismo, anche se è ovvio che abbia influito sulla decisione finale.

Inoltre, la stessa commissione della Rfef ha deciso di penalizzare il Valencia chiudendo la tribuna Kempes dello stadio Mestalla, quella da cui sono stati pronunciati gli insulti razzisti nei confronti di Vinicius, per cinque partite. Inoltre, alla sanzione si aggiunge una multa di 45mila euro, la più dura che un club spagnolo abbia mai ricevuto per comportamenti razzisti da parte dei suoi tifosi. Le conseguenze di quanto accaduto domenica però vanno ben oltre il calcio: ieri in Spagna sette persone sono state arrestate in relazione a due episodi di razzismo contro Vinicius. La polizia ha spiegato che tre arresti a Valencia erano legati ai cori “scimmia” e altri insulti razzisti rivolti alla stella brasiliana durante la partita di domenica, mentre quattro arresti a Madrid riguardano per l’impiccagione di un manichino che indossava una maglia di Vinícius Júnior vicino al campo di allenamento del Real Madrid a gennaio.

Gli arresti arrivano dopo che in Spagna il caso ha attirato l’attenzione globale, anche da parte del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Il Brasile ha protestato formalmente con l’ambasciatore spagnolo e Agence France-Press ha riferito che il governo avrebbe anche presentato denunce ufficiali alle autorità di Madrid e della Liga. Lunedì, il Real Madrid ha presentato una denuncia per crimini d’odio all’ufficio del procuratore generale dello stato spagnolo. Anche il Movimento contro l’intolleranza e l’Associazione dei calciatori spagnoli hanno annunciato in un comunicato congiunto di aver sporto denuncia allo stesso ufficio per insulti razzisti.

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