Nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci, quello in cui, dopo otto mesi di ritardi, sono partiti i lavori della Commissione Antimafia, con tanto di indagati e imputati per concussione, corruzione e reati ambientali tra i suoi nuovi membri, la destra non ha ascoltato gli appelli dei familiari delle vittime delle stragi. E ha deciso di virare dritto sull’elezione della fedelissima di Giorgia Meloni, Chiara Colosimo, come nuova presidente.
La deputata di Fdi è stata eletta con 29 voti, quelli della maggioranza che registrava una assenza nelle sue fila. Quattro voti, invece sono andati a Dafne Musolino, senatrice a sua volta indagata (per la mancata bonifica dell’ex discarica di Portella Arena, all’epoca assessora all’Ambiente di Messina, ndr) ed eletta in Parlamento con il partito di Cateno De Luca, che ha preso pure i voti di (quel che resta) del Terzo polo, come confermato da Raffaella Paita di Italia Viva. Hanno deciso di disertare il voto per protesta invece gli altri 16 parlamentari, esponenti di Pd, M5s e Alleanza Verdi Sinistra.
L’accusa di parte delle opposizioni (Iv-Azione esclusa) alla maggioranza era quella di aver così ignorato i timori dei familiari delle vittime delle stragi. Sulla candidatura di Colosimo, infatti, non soltanto c’erano perplessità sulla scarsa esperienza in materia di lotta alla mafia. Ma pesava il caso legato alla trasmissione Report, che aveva parlato della vicinanza tra Colosimo e Luigi Ciavardini , l’ex estremista nero dei Nar, condannato a 30 anni per la strage di Bologna, a 13 per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e a 10 per quello del giudice Mario Amato. Una vicinanza certificata da una fotografia, ma ridimensionata da ambienti di Fdi. Se Colosimo non aveva prima chiarito pubblicamente i suoi rapporti con Ciavardini, la replica è arrivata ai microfoni de ilFattoQuotidiano.it, pochi minuti dopo l’elezione.
“Con quale credibilità questa commissione indagherà sui rapporti tra destra eversiva e mafie? “Io non ho nessuna amicizia. Ho semplicemente espletato, nelle mie funzioni di consigliere regionale (del Lazio, ndr), quello che mi era concesso e che era anche dovuto, cioè incontrare persone che sono state o sono detenute“, ha tagliato corto la neo-presidente. E ancora: “Conosco Ciavardini esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche, poiché lui è in un’associazione che si occupa, come da articolo 27 della Costituzione, del reinserimento di altri detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene”, con riferimento al “Gruppo idee”, costituita nel 2007 per fornire attività a sostegno dei detenuti, la cui presidente è Germana De Angelis, moglie di Ciavardini. Colosimo stessa aveva più volte preso parte alle iniziative della sigla.
“Per i familiari delle vittime di stragi ero persona sgradita? Nella mia vita hanno sempre parlato i fatti e le battaglie che fin qui ho condotto. Con il profondo rispetto che devo ai familiari delle vittime, li invito qui: questa è casa loro, possono venire qui quando vogliono e indicare le priorità”, ha concluso Colosimo. Dalle opposizioni invece continuano però le polemiche: l’elezione di Colosimo “rappresenta uno schiaffo che la Commissione e questo Paese non meritavano”, ha rivendicato il senatore Walter Verini, scelto come capogruppo dem nell’organismo. “Siamo con le associazioni dei familiari delle vittime di mafia e come loro sentiamo che chi è alla presidenza deve essere al di sopra di ogni sospetto”, ha rivendicato invece Federico Cafiero De Raho, ex procuratore nazionale antimafia e deputato M5s, eletto vicepresidente Antimafia.