Si moltiplicano con crescente frequenza i segnali della catastrofe imminente. L’ultimo episodio, che ci riguarda da vicino, è costituito dalle inondazioni che hanno colpito Romagna e Marche, facendo finora 14 vittime accertate e danni molto ingenti. La pessima informazione che ci caratterizza vorrà accreditare la favola della fatalità naturale. Sappiamo che non è così e che dietro quelle vittime e quei danni vi sono scelte politiche precise, quelle di non contrastare il cambiamento climatico favorendo la lobby delle energie fossili, in primo luogo l’Eni, e quelle di non fermare il consumo selvaggio di suolo per assecondare la lobby del cemento.

Pochi giorni fa abbiamo avuto l’incontro fra Papa Francesco e Zelensky. Ovviamente l’informazione sdraiata di cui sopra si è ben guardata dal riferire come siano andate effettivamente le cose tra di loro. Ma da voci di corridoio si viene a sapere che Papa Francesco ha allertato Zelensky sui rischi della guerra atomica, al che il presidente ucraino ha replicato che se ne prendeva la responsabilità. Ecco in che mani siamo. Il Paese per eccellenza dei servi e dei camerieri, che è il nostro, ha delegato la sopravvivenza propria e delle future generazioni a un attore comico che rischia di convertirsi nel personaggio più tragico dell’intera storia dell’umanità.

L’Oms ha lanciato recentemente l’allarme sull’incombere di una nuova pandemia, ma nulla è stato fatto in Italia per migliorare il sistema sanitario che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza in occasione del Covid.

Infine, la povertà dilaga. Si ha notizia di un numero crescente di famiglie che rinuncia perfino ad alimentarsi in modo adeguato pur di potere arrivare a fine mese. E ovviamente le misure antipopolari decretate beffardamente dal governo il primo maggio aggraveranno ulteriormente la situazione.

Cambiamento climatico, guerra, pandemie e povertà sono ovviamente problemi di rilievo planetario. Dietro l’andazzo catastrofico che tali fenomeni stanno assumendo possiamo intravvedere una scelta della classe dominante occidentale di buttare più o meno letteralmente a mare i quattro quinti della popolazione mondiale, compresa buona parte delle popolazioni dei Paesi occidentali. Anche la guerra in Ucraina e quella che si va preparando contro la Cina rientrano in questo piano criminale. Problemi di rilievo planetario che in Italia vengono declinati in modo particolarmente grave e allarmante a causa delle caratteristiche specifiche della nostra classe dominante, che è una porzione periferica, subalterna e particolarmente incapace e incompetente di quella globale. L’orizzonte temporale della classe politica è in Occidente in genere inferiore ai cinque anni, quello di quella italiana è inferiore ai due anni, mentre le sue scelte e i suoi valori sono direttamente rapportati al gradimento dei suoi padroni internazionali economici o politici.

E non si tratta solo della signora Meloni (e qui faccio una petizione affinché si eviti di associarla costantemente alla Garbatella, quartiere romano con una storia antifascista e comunista importante, in cui risiedo da oltre 53 anni e dove la stessa signora Meloni ha operato in modo marginale, senza che la stragrande maggioranza dei cittadini del quartiere si accorgesse della sua esistenza). Su tutti i temi menzionati le responsabilità del Partito democratico, armocromatizzato schleinamente o meno, non sono infatti inferiori a quelle della destra.

Una classe politica complessivamente pessima, colla parziale e insufficiente eccezione costituita dai Cinquestelle, che a loro volta non sono in grado di esprimere ancora un’alternativa degna di questo nome. Se l’etnia italiana, ammesso che esista, minaccia di estinguersi non è quindi per colpa della sostituzione etnica, concetto razzista e infondato scientificamente, anche perché tale etnia si è sempre rinnovata medianti processi di meticciato che durano da secoli e che continueranno ancora a lungo (si spera) con buona pace di Lollobrigida e simili. L’etnia italiana minaccia di estinguersi insieme al resto dell’umanità perché la classe dominante occidentale, di fronte alla propria inevitabile decadenza, ha imboccato la strada dell’autodistruzione.

Seguita come al solito in modo zelante dalla nostra classetta dominante, la quale affretta i tempi della catastrofe, anche perché non è per nulla consapevole della reale posta in gioco ed è tutto sommato più facile e conveniente appiattirsi sul guerrafondaio di Kiev, prendersela coi giovani che imbrattano i monumenti anziché affrontare la questione climatica, continuare a distruggere il sistema sanitario, obbedire alle lobby per ottenerne adeguate retribuzioni, liquidare ogni idea e funzione dello Stato (vedi autonomia differenziata e riforma Cartabia) e far schiattare i poveri. Potremmo chiamarlo fascismo 2.0, ma non è solo colpa di Meloni, cognati e compagnia.

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