Il ponte diplomatico tra Vaticano e Russia è tutto da ricostruire. Il presidente Vladimir Putin, infatti, ha nominato il nuovo ambasciatore presso la Santa Sede. Si tratta di Ivan Soltanovsky, persona di massima fiducia di Putin e amico del Patriarca di Mosca, Kirill, che prende il posto di Alexander Avdeev. Quest’ultimo, in carica dal gennaio 2013, quando ancora regnava Benedetto XVI e le sue imminenti dimissioni non erano nemmeno lontanamente all’orizzonte, è stato ricevuto da Papa Francesco in udienza di congedo l’11 maggio scorso, appena 48 ore prima dell’incontro in Vaticano tra Bergoglio e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Avdeev è da sempre considerato un grande esperto dei rapporti tra Chiesa e Stati. La fine della sua missione in Vaticano è più che naturale e soprattutto era attesa. Francesco lo aveva annunciato recentemente, il 30 aprile scorso, nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Budapest: “Con i russi ho un rapporto buono con l’ambasciatore che adesso lascia, ambasciatore da sette (dieci, ndr) anni in Vaticano, è un uomo grande, un uomo comme il faut. Una persona seria, colta, molto equilibrata. Il rapporto con i russi principalmente è con questo ambasciatore”.

Quindi, se da un lato questa successione non è legata alla cronaca recente, dall’altro, però, come ha spiegato il Papa, è stato proprio Avdeev il suo unico contatto con il Cremlino, soprattutto dal momento in cui la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio 2022. Come è noto, infatti, il giorno successivo all’inizio della guerra, Bergoglio si recò a sorpresa all’Ambasciata russa presso la Santa Sede, chiedendo ad Avdeev un contatto diretto con Putin. Una richiesta dettata dal fatto che il presidente russo per ben tre volte, il 25 novembre 2013, il 10 giugno 2015 e il 4 luglio 2019, era stato ricevuto da Francesco in Vaticano, arrivando, tra l’altro, in tutte le tre udienze, con un ritardo, in media, di circa 50 minuti. Quel contatto diretto, dopo l’inizio della guerra, finora non c’è stato.

Ma Bergoglio non ha perso la speranza e, proprio congedando Avdeev, ha rinnovato la sua richiesta di parlare direttamente con Putin. Richiesta che ora sarà trasmessa a Soltanovsky che molto presto sarà ricevuto in udienza dal Papa per la presentazione delle lettere credenziali. Già rappresentante permanente della Russia presso il Consiglio d’Europa, il nuovo ambasciatore è nato il 6 aprile 1955 a Leningrado, oggi San Pietroburgo, identica città natale di Putin. Soltanovsky si è laureato all’Istituto di relazioni internazionali di Mosca, fucina di diplomatici e ministri, entrando nella carriera diplomatica nel 1977. Ha ricoperto incarichi in Pakistan, India, all’Osce a Vienna, alla Nato a Bruxelles, dove è stato vice rappresentante permanente dal 2003 al 2009 e poi direttore del Dipartimento per la cooperazione europea del ministero degli Esteri. Nel 2015 è stato nominato rappresentante permanente presso il Consiglio d’Europa, incarico che ha mantenuto fino al 2022, quando la Russia è stata espulsa dall’organizzazione subito dopo l’invasione dell’Ucraina. La sua nomina coincide con l’arrivo a Roma anche del nuovo ambasciatore russo in Italia, Alexei Paramonov.

La delusione, a Casa Santa Marta, la residenza del Papa, come in Segreteria di Stato, per l’atteggiamento e le affermazioni di Zelensky durante l’udienza in Vaticano e subito dopo può, però, favorire la ripresa di un dialogo tra la Santa Sede e la Russia che è ancora molto flebile. La reazione pubblica di Francesco, appena 24 ore dopo l’incontro con il presidente ucraino, è stata quella di confermare il percorso, diplomatico e umanitario, intrapreso con determinazione e in prima persona fin dall’inizio della guerra. Al Regina Caeli il Papa ha ricordato che “con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, ma al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace”. Con l’immancabile preghiera per la fine dei conflitti: “A lei (Maria, ndr) ci rivolgiamo chiedendo di alleviare le sofferenze della martoriata Ucraina e di tutte le nazioni ferite da guerre e violenze”. Segnali tutt’altro di resa.

Twitter: @FrancescoGrana

(screenshot dal video di centerfest.ru)

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