Il Senato della Repubblica, il ministero della Cultura e il Comune di Roma sono stati ammessi come parte civile nel processo che vede imputati tre attivisti di Ultima Generazione per il blitz fuori Palazzo Madama del 2 gennaio scorso, quando lanciarono vernice rossa lavabile sulla facciata del Senato. Gli imputati sono accusati di danneggiamento aggravato, il giudice monocratico ha aggiornato il procedimento al prossimo 18 ottobre. Fuori dal tribunale di Roma è stato organizzato un sit in del movimento ambientalista: presenti alcune decine di persone che hanno esposto striscioni con la scritta “Non paghiamo il fossile” e “La disobbedienza civile pacifica non è reato”. Presenti anche parlamentari tra cui la senatrice di Sinistra italiana Ilaria Cucchi e il segretario del partito Nicola Fratoianni, l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, il parlamentare e co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli e Marta Bonafoni del Pd. Proprio la coordinatrice della segreteria dem in una nota ha sottolineato la vicinanza del Partito democratico al presidio fuori piazzale Clodio. Eppure anche il Comune di Roma del sindaco dem Roberto Gualtieri si è costituito parte civile nel processo.

In via Golametto presenti anche le associazioni tra cui Greenpeace e Amnesty International. “Non ci fa paura l’idea di andare in carcere – afferma Laura Paracini, uno dei tre imputati assieme a Alessandro Sulis e Davide Nensi, prima di entrare in tribunale – Quello che ci terrorizza è la crisi climatica. Siamo preoccupati per il nostro futuro“. L’attivista ha aggiunto: “noi con le nostre azioni vogliamo che la crisi climatica sia sui telegiornali tutti i giorni perché è la notizia principale ma sembra che pochi se ne rendano conto. C’è chi ci contesta per i modi, io rispondo: ci sono modi migliori? A cosa hanno portato i movimenti ambientalisti finora? Noi rivendichiamo i nostri metodi che portano alla polarizzazione dell’opinione pubblica. Non vogliamo essere simpatici, vogliamo un cambiamento“, conclude.

Nella sua nota Bonafoni scrive: “Pur non potendo condividerne il merito”, come Partito democratico “capiamo la rabbia e la preoccupazione dei giovani attivisti, che protestano contro un governo a dir poco inerte di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici. Serve investire su una reale conversione ecologica ed energetica, non criminalizzare la protesta”. Al sit in la senatrice Cucchi definisce questo processo “un segnale bruttissimo, pessimo. Questi ragazzi ci urlano la loro disperazione per un problema climatico che esiste ed è reale ma che un governo e una società miope continuano a ignorare”. Per la parlamentare di Si, “non si risponde alle proteste e ai gridi di allarme con la repressione e procedimenti penali”.

“Mi auguro, anzi faccio un appello al ministro della Cultura e al presidente del Senato affinché ci ripensino” sull’ipotesi di costituirsi parte civile nel processo. E’ quanto afferma Nicola Fratoianni, segretario di Si, fuori dal tribunale di Roma. “Non colpiamo questi ragazzi anche sul piano materiale, non hanno fatto nulla di male portano avanti una lotta giusta”, aggiunge.
Dal canto suo Angelo Bonelli, parlamentare dei Verdi, afferma che “quello che sta accadendo è un tentativo sistemantico e criminale di mettere in discussione il cambiamento climatico per guardare al passato. Bisogna contrastare una politica che invece di andare avanti va indietro“.

“Indipendentemente da come la si pensi in merito alle azioni di Ultima Generazione”, dichiara Marco Cappato, Copresidente di Eumans, movimento paneuropeo di cittadini rappresentato questa mattina dal coordinatore Lorenzo Mineo e da Marco Perduca, “noi pensiamo che questa mobilitazione ampli e aggiorni lo strumento della nonviolenza politica. L’accanimento penale contro chi dà corpo ad azioni che – è ormai dimostrato – non recano danni permanenti, va contro la proporzionalità delle pene prevista dalla nostra Costituzione”. “Sosteniamo i motivi delle azioni che per denunciare la mistificazione mediatica contro le eco attiviste e attivisti per mesi chiamate ‘eco-terroriste’ e ora ‘eco-vandali'”, conclude Cappato.

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