Nelle epoche complesse (lo sono tutte…) viene fuori lo squilibrio. C’era già, ma si vede di più, a tutti i livelli: personale, relazionale, sociale, politico. Salvati dall’oppressione nazista, tutti a salutare con rose e fiori gli angloamericani. E giustamente, visto come stavamo. Ma in quel disastro politico e bellico ci eravamo infilati noi, da soli, quando stazionavamo gaudenti a Piazza Venezia sotto al Mascellone digrignante.

Da quel momento, vai col sogno americano: rock ‘n roll, scarpe da ginnastica, brillantina. E di più: modello americano sul lavoro, con i soldi, le macchine, i simboli. Consumismo, edonismo, pragmatismo d’accatto, tecnocrazia. Pubblicità. Pasolini l’aveva detto “Vi colonizzeranno…”, ma fa niente: sempre ‘sti intellettuali che portano sfiga, basta! Tutti a lavorare, fare soldi, divertirsi. Come ci eravamo dimenticati del nostro modello possibile con Benito, nel Ventennio, ora ci dimenticavamo di ragionare sulle nostre vite sotto al tacco culturale e politico americano.

Di lì a breve, quegli stessi ragazzi salutati con rose e fiori nel ’45, stesse divise, stessi volti, avrebbero iniziato a massacrare i vietnamiti. E poi (passando per Desert Storm, 600.000 morti innocenti, etc…) imperialismo su vasta scala, sotto la sostanziale indifferenza del Paese cresciuto coi film americani, la lavatrice, la villetta, il lavoro e il denaro come divinità. Cosa che dura tutt’oggi (con qualche crepa, ma insomma…).

Risultato? Con le prime crisi economiche, sempre più frequenti, il sogno del benessere importato dal capitalismo americano se n’è andato gradualmente in pezzi. In più, quello che pareva l’Eden ha generato disagio. Malessere, fine della comunità, idolatria venefica del denaro, solitudine sociale, consumismo, infelicità, sfruttamento, stanchezza, odio diffuso, egoismo come tessuto connettivo dell’ex Bel (e felice) Paese. Tutti infelici, anzi. O quasi. Un paese di incazzati, che a ogni (ogni…) difficoltà, a ogni crisi, esprime la sua (non piccola) quota di bastiani, instabili, aggressivi, disequilibrati. Non c’entra il vaccino, o qualsivoglia argomento: quando la gente è infelice e incazzata, l’argomento di applicazione dell’incazzatura è irrilevante. Basta picchiare uno al semaforo, o stuprare una donna, o urlare il contrario di quello che viene detto dalla tv, e basta inneggiare al primo che capita che dice qualcosa di diverso. Irrilevante che si chiami (a turno) Montagnier, Orsini, o Vattelappesca. Basta essere contro. Sfogare. Parola chiave: Mainstream.

E così arriviamo alla guerra. E la quota di incazzati rientra subito in azione. La colpa è degli americani, non di Putin. Come nel Ventennio, come dagli Anni 50. Senza essersela mai presa con l’imperialismo Usa, di colpo, tutti si scoprono antimperialisti. Solo che hanno un bizzarro modo di farlo: simpatizzando con uno dei campioni dell’imperialismo. Ma non importa, basta che sia diverso da quello che professa il Mainstream.

La Russia. Quella che come Urss è stata forse la peggiore dittatura imperialista di sempre e con i suoi nipotini neoliberisti è diventato il sistema politico dei massacri e delle armi non convenzionali in Afghanistan, nella Cecenia rasa al suolo, cioè la Russia che avvelena i non allineati col Polonio, incarcera i leader dell’opposizione. Identica agli Usa, solo meno democratica, solo più sfacciata, noncurante dell’estetica. Identica alla Cina (aspettiamoci i filo-cinesi, a breve, quando ci sarà occasione…).

Insomma, quella Russia che stupra l’Ucraina “ma era lei che indossava la minigonna. Dunque è lei che mi ha provocato!”.

Ecco, italiani cari, fratelli belli e adorati… Non se ne può più di voi. Vorrei dirvelo con la cadenza romana, e in modo volgare, perché quell’espressione ha la potenza icastica di cui avrei bisogno adesso. Ma cerco di contenermi, a fatica. Però non vi sopporto più.

Siete dei bambini, vi fate infinocchiare dal primo che passa (anche politicamente, pensiamo a chi avete dato il 40% negli ultimi 25 anni: Bossi-Fini, Berlusconi, Grillo, Renzi, Meloni. Daje) non vedete mai le cose come sono, né riuscite a coglierle al momento giusto. Chiunque vi può abbindolare, credete a tutte le storielle che vi convengono, siete solo opportunisti del pensiero.

Quando vi conveniva il benessere, tutti a testa basta col consumismo filoamericano (a tutt’oggi). E chissene frega che fossero imperialisti e che quel modello non fosse il nostro. Avete mai messo in discussione il modello di quelli che ora vi appaiono magicamente come i nemici? Tutti con le Timberland ai piedi, così avete marciato per via Montenapoleone.

Ora che siete delusi e stanchi, ora che avete capito di essere in trappola, ora che ciò su cui avete messo le mani con tanto impegno si rivela un abbaglio, che i vostri figli staranno peggio di voi, che non avrete la pensione, che siete infelici… ve la prendete con tutti tranne che con voi stessi, e siete disposti a inneggiare a chiunque per urlare il vostro squilibrio.

Solo che così fate un macello.

***

Sintesi per chi fatica a seguire ragionamenti e ha bisogno di schemi:

Primi 20 anni del ‘900 – eravamo imperialisti e colonialisti. Crispi, tanto per dire un nome. Abbiamo invaso, massacrato, gasato varie porzioni di Africa. Qui da noi, salvo minoranze, tutti zitti. Occhio a giudicare gli altri oggi.
1915-18 – A Mettersi a competere con altri imperialisti, finisce a mazzate, com’era prevedibile. Circa 700.000 mila morti solo italiani. Non siamo nati pacifisti, diciamo… Complimenti.
1924 – Omicidio Matteotti – Si era capito già tutto due anni prima, con la Marcia su Roma. Poi è diventato evidente. Ma non così evidente da far capire agli italiani. Tutti in piazza a inneggiare al Duce. Fascisti ottusi e senza dignità. Occhio a parlare di Mainstream, l’hanno inventato i nostri nonni.
1945 – grazie ai liberatori! Eh, grazie sì, visto dove ci eravamo infilati. Ci hanno tirato fuori dall’inferno autocostruito. E allora vai di rock ‘n roll per festeggiare. Ma chi paga? Vai, vai, tranquilli…
’70-’80 – Guerra fredda e strategia della tensione. Qui anche si capiva tutto facilmente: non eravamo liberi. Eravamo usciti dalla guerra sotto tutela inglese, dunque americana. Non dovevamo cadere oltre la cortina, anche se ci eravamo sporti parecchio (il PCI era il più grande partito comunista europeo). Dovevamo comprare prodotti, studiare libri scolastici scritti dalla DC, votare… in modo adeguato all’alleanza. Quando ti metti nei casini col fascismo e poi qualcuno ti salva, paghi. Nel frattempo muoiono giornalisti, politici, scoppiano bombe.
’80-’00 – Le bombe non disturbano lo shopping. Anzi! Vai col trentennio di egemonia materialista, consumista, finanziaria. Sciambola. Acme del processo. Solo che con le crisi del ’97-’98 e del ’07-’08 le cose avevano dato segno di scricchiolare. Pochi guadagnano, il parco buoi perde. Forse la faccenda della crescita infinita è una fregnaccia? In più, la società è annoiata, disillusa, sempre più divisa. Dio è morto, e in tanti cominciano a non sentirsi bene. Anche a chi va alla grande, la vita non gira affatto, tanto che chi sta meglio vorrebbe perfino cambiarla. Egemonia della paura, del tedio, della mancanza di comunità e valori. E in più stiamo distruggendo il Pianeta.
Pandemia e Ucraina – li metto insieme, ma solo perché sono cronologicamente recenti e contigue. Sbrocchiamo, in tanti. Anzi, sbroccate, scusatemi ma stavolta non mi merito la prima plurale. Io non ho sbroccato per niente. Pur di urlare, pur di sfogare, di battere i piedi, per la rabbia accumulata, in tanti arrivano a dire che la scienza non serve, che sbaglia, che il vaccino fa male, che ci inocula microchip, che è il primo passo di una technodittatura… Oppure che il green-pass è un attacco alla libertà (quella che ho descritto sopra quanto poco abbiamo mai perseguito) e durerà per sempre, non verrà tolto più…

E, non contenti, subito dopo, il meglio: Putin non è cattivo, anzi, è innocente, è solo stato provocato, che dunque non è lui il colpevole, non è lui il nemico. Il nemico è la Nato, gli americani! Apoteosi.

***

Ecco. Chi si comporta così? I bambini. I bambini capricciosi, presuntuosi, che decidono da che parte stare sempre e solo a pelle, senza pensare, e sempre per convenienza (“Fa più figo se sono pacifista o antimperialista disallineato?”) ma sempre senza capire niente del processo in corso.
Sempre senza vedersi da fuori, senza vedere quanto siamo disastrosi e infantili, orientabili e senza equilibrio.

E soprattutto, continuamente, ancora adesso, senza capire CHE COSA c’è da fare. Per esempio che sono io, sei tu, è lui laggiù, è lei quella appoggiata al muro… la gente che deve farlo.

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