Gli studenti si accampano in tenda davanti alle università di tutta Italia per denunciare il caro affitti. Mentre la protesta degli universitari si allarga e il sindacato Udu presenta le sue dieci proposte al governo, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara decide di affrontare la questione buttandola in politica: “Io credo che il problema del caro affitti è grave ma tocca le città governate dal centrosinistra“, dice a Sky TG24. Un’uscita che solleva contrarietà anche all’interno dello stesso governo: dal ministero dell’Università, guidato dalla forzista Annamaria Bernini, trapela “irritazione” per la ricerca di una contrapposizione con le amministrazioni locali, ritenuta “controproducente al raggiungimento di una soluzione efficace e il più possibile condivisa del problema”. La strada da percorrere, dettano foni qualificate all’agenzia Ansa, “deve essere quella del dialogo e del coinvolgimento di tutti”. E la ministra è decisa a proseguire su questa linea “senza alimentare inutili polemiche“. Già in mattinata, in un’intervista al Giornale, Bernini: aveva detto di non voler “cavalcare polemiche, ma trovare soluzioni”: “Il momento è difficile, c’è una congiuntura economica che pesa molto anche sugli affitti. Non possiamo perdere tempo, dobbiamo dare risposte subito, ponendoci in una posizione di ascolto e non di contrapposizione“.

La nuova mobilitazione – Martedì l’Unione degli universitari ha lanciato una mobilitazione nazionale che ha avuto subito effetto, con nuove tende montate o che appariranno di fronte agli atenei di altre città: da Cagliari a Torino, da Padova a Perugia, da Pavia a Bologna. La protesta si è allargata uscendo dai confini di Milano, Roma, Torino e Firenze, e ovviamente non riguarda solo le città governate da una o dall’altra parte politica: gli studenti chiedeno risposte e interventi al governo, che ad esempio ha in mano la gestione del Pnrr, compresi quindi 960 milioni di euro per gli alloggi dedicati al diritto allo studio. “La crisi abitativa non dipende dal colore politico della giunta comunale, ma anzitutto dalle politiche statali e regionali attuate negli ultimi anni. Un esempio? I comuni di Pavia e Perugia che sono amministrate da giunte di destra, all’interno di Regioni governate dalla destra. La dichiarazione del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è fuori dal mondo“, spiega Udu. Simone Argutoli aggiunge: “Perugia e Pavia sono città di medie dimensioni con grandi università, nelle quali il canone resta più basso di Milano o Roma, ma ci sono evidenti problemi di carenza degli alloggi. Chiediamo al Governo di non giocare allo scaricabarile ma di assumersi le proprie responsabilità”.

Schlein e Conte all’attacco – Dopo le parole di Valditara, i leader di Pd e M5s passano al contrattacco, evidenziando come sia stato invece proprio il governo Meloni ad annullare il contributo all’affitto. “Siamo vicini a studenti e studentesse che stano protestando contro il caro affitti. Il Pd continuerà a spingere per convincere il governo tornare indietro sull’errore madornale che ha fatto cancellando il fondo per gli affitti, 330 milioni di euro“, dice la segretaria dem, Elly Schlein, a margine di un’iniziativa elettorale a Umbertide (Perugia). Anche per Giuseppe Conte il caro-affitti e l’emergenza abitativa sono “una piaga che la destra ha contribuito a diffondere tagliando il fondo per le morosità incolpevoli e quello destinato al sostegno degli affitti“. “Per tutta risposta – scrive su Facebook il leader del M5s – i ministri del Governo fanno spallucce e non offrono soluzioni, spedendo anzi la palla in tribuna, con uno scaricabarile che sa solo puntare il dito contro altre amministrazioni”. “A Giorgia Meloni dico: c’è un Paese che grida e getta sul tavolo del governo le sue preoccupazioni. In pandemia promettevi 1000 euro con un click ai cittadini. Noi non stiamo proponendo misure irrealizzabili, ma interventi concreti e urgenti. Ora da Palazzo Chigi se ci sei, batti un colpo”, conclude Conte, presentando nel post le proposte dei Cinquestelle.

Le repliche dei sindaci – Sempre a Sky TG24 Valditara ha aggiunto: “Evidenzio come nelle città dove ci sono gli accampamenti degli studenti non sono state attivate dalle giunte comunali politiche a favore dei giovani e degli studenti per offrire loro un panorama abitativo decoroso”. Inevitabili le reazioni dei sindaci, da Beppe Sala a Dario Nardella fino a Roberto Gualtieri. “Qui ci sono due possibilità, o quella del ministro Valditara è una battuta, peraltro riuscita male, oppure è frutto di una riflessione. Se è frutto di una riflessione profonda, credo che con questa affermazione il ministro Valditara illumini il Paese rispetto a quello che lui è“, risponde il primo cittadino di Milano. “Se è una battuta, rispondo con una battuta: magari è così perché gli studenti hanno più voglia di stare nelle città di centrosinistra che non di centrodestra perché accolgono la loro complessità e le loro problematiche”, attacca Sala. Più netto il suo collega di Firenze: “Valditara scarica sulle città di centrosinistra le colpe del caro affitto che grava sugli studenti. Come se dipendesse dai sindaci! Ma il ministro dov’era mentre il suo governo votava a dicembre l’azzeramento del fondo nazionale affitti? Non c’è limite alla vergogna“. Per Gualtieri quello di Valditara “è uno scaricabarile penoso, vorrei evitare di scadere a un livello così basso. Tutte le istituzioni dovrebbero fare la loro parte e affrontare questo problema. Tra l’altro gli studentati non sono nemmeno competenza dei Comuni”. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che oggi ha incontrato alla Sapienza gli studenti accampati contro il caro-affitti, aggiunge: “Se facciamo il balletto della propaganda politica mentre gli studenti stanno con le tende e hanno il caro-affitti non è un bello spettacolo. Mi sottraggo a questo teatrino“.

La reazione del Pd – “Il caro affitti è un problema grave e un governo serio e realmente preoccupato per i problemi dei cittadini si assumerebbe la responsabilità di affrontarlo invece di scaricare le responsabilità contro i Comuni guidati dagli avversari politici. Ma le elezioni sono vicine”, scrive in una nota Irene Manzi, responsabile scuola del Pd. “Il ministro dell’Istruzione dovrebbe sapere bene che nel Pnrr – su cui il governo è in gravissimo ritardo – ci sono 960 milioni di euro per gli alloggi dedicati al diritto allo studio. Procedano con urgenza e incrementino in modo significativo – come il Pd aveva già proposto in legge di bilancio – le risorse a sostegno del fondi affitti per gli studenti fuori sede. Ma, soprattutto, dicano perché hanno annullato il contributo all’affitto, azzerando le politiche abitative”, sottolinea Manzi. “Quando capiranno che non sono più all’opposizione e cominceranno a governare?”, si chiede Manzi. “Servono risposte immediate. A partire dal Pnrr grazie ai 960 milioni di euro per nuovi alloggi universitari. Governo, meno chiacchiere su fondi Ue, più concretezza“, scrive su twitter il deputato del Pd, Enzo Amendola. Il caro affitti è un tema su cui insiste anche la segretaria dem Elly Schlein: “Siamo vicini alle studentesse e agli studenti che stanno protestando”. “Il Pd – aggiunge ancora la segretaria – continuerà a spingere per convincere il governo a tornare indietro sull’errore madornale che ha fatto cancellando il fondo per gli affitti, 330 milioni di euro”.

La reazione del M5s – “Quando parla di caro-affitti Valditara dovrebbe ricordarsi che fa parte di un governo che si è assunto la responsabilità di non rifinanziare né il fondo affitti né quello per le morosità incolpevoli e che ha anzi vergognosamente bocciato un emendamento M5s al dl Bollette proprio per rifinanziare entrambi i fondi. Perché non convince Giorgia Meloni e tutto il governo a fare un passo in questo senso? Ma soprattutto: quale piano sta mettendo in campo il suo governo per aiutare gli studenti esposti ai prezzi incontrollati degli alloggi e sostenere le città che li ospitano, al di là di chi le amministra?”. Così intervengono gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione istruzione e università alla camera Anna Laura Orrico, Antonio Caso, Gaetano Amato e Susanna Cherchi. “Sul tema casa, in generale: che tipo di investimenti prevede il governo sul fronte dell’edilizia pubblica e popolare? Come pensa di potenziare gli uffici dei comuni che si occupano delle istruttorie, del vaglio delle domande e dell’assegnazione degli alloggi? E sul diritto allo studio: sta ragionando il governo – con la ministra Bernini in primis – sul rinforzare il sistema delle borse di studio? Visto che Valditara ha deciso di fare dichiarazioni sul caro affitti almeno stavolta ci illumini, altrimenti siamo sempre alle solite dichiarazioni insulse per fare polemica sterile sulla pelle di studenti e famiglie”, conclude la nota del M5s.

La protesta anche a Pavia – L’Udu di Pavia denuncia una situazione abitativa delle universitarie e degli universitari molto problematica. La ricerca presentata in Università di Pavia a settembre sugli affitti “evidenzia infatti come vi siano enormi difficoltà a trovare alloggio; ci sono centinaia di studentesse e studenti che non riescono ad avere un’abitazione adeguata in città. Gli affitti delle universitarie e degli universitari fanno parte di un mercato che in città stima addirittura 3 milioni di euro ogni mese, oltre 35 milioni nel 2022″, scrivono gli universitari. “Ancora il Governo e la nostra giunta comunale non si sono presi alcun impegno concreto per risolvere la crisi abitativa – denuncia Alessandro Miceli, segretario di UDU Pavia – per queste ragioni abbiamo deciso di aderire alla mobilitazione che abbiamo organizzato a livello nazionale”. L’Unione degli Universitari ha elaborato un articolato manifesto, composto da 10 proposte per affrontare la crisi abitativa. Spiega Simone Agutoli, che si occupa della questione abitativa per l’UDU: “Una richiesta fondamentale è il blocco dei rincari: come succede in Francia, Spagna o Germania serve individuare un limite più stringente per l’adeguamento annuale del canone, non è possibile che il canone possa crescere del 10% seguendo l’inflazione annua”.

Lepore: “Puntiamo a gestire gli appartamenti sfitti dei privati” – “Le città devono rimettere in circolo gli appartamenti sfitti dei privati e riuscire a limitare gli Airbnb. Ma il Governo e le Regioni devono realizzare subito studentati pubblici, perché finora abbiamo visto nascere soprattutto strutture private, con tariffe di lusso”. Così, a Repubblica, il sindaco di Bologna Matteo Lepore, sul caro-affitti per gli studenti. “Noi le tende ancora non le abbiamo – spiega – ma in città c’è un numero importante di studenti fuorisede, più di 40mila, in crescita. Noi puntiamo a prendere in gestione, come Comune, gli appartamenti sfitti dei privati che non vengono messi sul mercato. Con la nuova agenzia per la casa stiamo individuando un pacchetto di qualche centinaio di alloggi e cerchiamo di garantire un incontro sostenibile tra domanda e offerta, dando anche ai proprietari la garanzia che può offrire un ente pubblico”. Secondo Lepore, alle città “servono aree a basso costo, per costruire alloggi accessibili, non case da 8mila euro al metro quadro. Lo Stato attraverso il Demanio deve dare ai Comuni le grandi caserme inutilizzate a questo scopo: costruire case popolari e alloggi per studenti. Non basta mettere soldi, bisogna anche mettere le aree, per frenare la rendita. Bologna ha una grande tradizione, ma 18 aree ex militari e ferroviarie sono totalmente inutilizzate da 15 anni“.

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