Non va consegnata al Belgio Monica Rossana Bellini, la commercialista di Antonio Panzeri, l’ex eurodeputato tra i protagonisti del Qatargate. Questa la decisione della Corte d’appello di Milano che ha respinto la richiesta dei magistrati belgi che avevano emesso il mandato d’arresto europeo sulla base del quale la professionista era stata arrestata a gennaio. Oggi i giudici hanno anche revocato per la professionista il divieto di espatrio, che era l’ultima misura che pendeva a suo carico. Per i giudici gli atti d’accusa con i quali i magistrati belgi hanno chiesto la consegna, attraverso un mandato d’arresto europeo sono stati “formulati in maniera assai vaga” e gli stessi giudici di Bruxelles, di fronte alle richieste di chiarimenti dei magistrati milanesi, hanno opposto un “persistente silenzio”. Le motivazioni della decisione sono state lette in aula. Inoltre a carico della donna c’è un procedimento aperto in Italia.

Nei giorni scorsi Bellini era stata convocata dai pm di Milano per un interrogatorio, ma aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere: è indagata per riciclaggio anche in un filone autonomo di indagine di recente aperto dal procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e dal procuratore Marcello Viola. Nello stesso fascicolo sono iscritti i nomi di Manfred Forte e Dario Scola, i primi iscritti nel fascicolo aperto a marzo a Milano, in quanto ritenuti presunti prestanome di Francesco Giorgi, ex collaboratore di Panzeri, e dei suoi familiari. L’indagine riguarda in particolare circa 300mila euro arrivati alla Equality, società prima partecipata dalla commercialista e dal fratello e dal padre di Giorgi, le cui quote sono poi passate a Forte e Scola.

Il rifiuto alla consegna, come ha spiegato la Corte nelle motivazioni lette in aula, è stato deciso per un “duplice ordine di motivi”. In primo luogo, il mandato d’arresto europeo è stato “emesso per esigenze investigative” e, secondo la Corte, dunque, il Belgio poteva usare “strumenti giudiziari” diversi rispetto all’arresto e alla consegna, come un interrogatorio per rogatoria, per andare avanti nelle indagini sulla professionista, che è “cittadini italiana”. Per i giudici, quindi, serve un “utilizzo proporzionato” del mandato d’arresto europeo e va considerato anche che gli atti a carico della donna sono stati “formulati in maniera assai vaga” e che lei ha manifestato “disponibilità” a collaborare con gli inquirenti belgi. Inoltre, le autorità di Bruxelles mai hanno risposto in questi mesi alle richieste della Corte di “informazioni integrative” e anzi c’è stato un “persistente silenzio”. Il secondo motivo, per la Corte, è il fatto che anche la Procura di Milano ora indaga sulla commercialista per riciclaggio, per fatti tra il 2018 a il 2021.

Nelle settimane scorse dopo un incontro il 14 aprile tra inquirenti belgi e milanesi, da Bruxelles erano stati trasmessi degli atti ai magistrati milanesi su fatti specifici su cui la Procura di Milano può indagare in autonomia, a prescindere dall’inchiesta già avviata in Belgio. Da qui l’iscrizione anche di Bellini con l’ipotesi di riciclaggio. Nel frattempo, su decisione dei giudici, Bellini era tornata in libertà, solo col divieto di espatrio che oggi è stato revocato La Corte milanese aveva chiesto dettagli sulle finalità della consegna, per sapere, in pratica, se si tratta di un mandato d’arresto solo per interrogare in Belgio la donna. Chiarimenti mai arrivati finora dalle autorità di Bruxelles. Bellini, secondo i magistrati belgi, avrebbe avuto “un ruolo importante nell’ambito del rimpatrio dei contanti” – ossia le presunte tangenti – “provenienti dal Qatar” assieme “a Silvia Panzeri”, figlia dell’ex eurodeputato. E sarebbe stata Bellini, su input di Panzeri (come ha dichiarato l’ex collaboratore Francesco Giorgi), a mettere in piedi “una struttura di società per garantire un flusso di denaro con apparenza legale”.

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