Nell’anno del trionfo del Napoli anche i ragazzi di Secondigliano stanno per vincere il loro scudetto. Un campo di calcio, proprio lì, dove sorgeva una delle principali basi di spaccio, nel ‘rione dei fiori’, il cosiddetto ‘terzo mondo’, roccaforte del clan Di Lauro. Nel cuore di Gomorra. “A settembre abbiamo iniziato a organizzare una serie di attività sportive dedicate ai giovani, per lo più legate al calcio – ci spiega il Presidente dell’Associazione Sportiva Dilentattistica Secondigliano Vincenzo Strino – nel giro di poche settimane avevamo già più di 100 iscritti ma nessun campo sportivo per far giocare i ragazzi. Ancora oggi i tornei si svolgono nelle parrocchie che ci hanno aiutato, ma non sono veri e propri campi, a volte sono dei parcheggi con le porte da calcetto e prima di iniziare dobbiamo aspettare che i proprietari vengano a prendere la propria auto”. La Fondazione Il Fatto Quotidiano insieme con l’ASD hanno quindi avviato una raccolta fondi per riqualificare il campetto da calcio Emilia Laudati. Al momento sono stati raccolti più di 26 mila euro. “Ci siamo quasi – ci dice Luca Rosito dell’ASD mentre con cellulare in mano ci mostra il totale aggiornato delle donazioni – mancano circa 7mila euro e possono partire i lavori. Avere un campetto lì dove regnavano i Di Lauro – conclude – è un segnale forte per il quartiere e poi finalmente i ragazzi avranno un campo di calcio vero su cui giocare”.

A patto però che vadano bene a scuola. Le iniziative sportive infatti sono completamente gratuite e l’unico obbligo dei genitori è quello di mostrare i risultati scolastici dei figli. Chi va male, non gioca. E i risultati fanno sorridere. “Qui abbiamo una platea piuttosto ampia – di dice Strino – c’è il figlio del commerciante e c’è il figlio del pregiudicato che ha ha aderito all’iniziativa iscrivendo il ragazzo, impegnandosi in prima persona affinché non lasci gli studi e possibilmente migliori i voti. C’era chi veniva bocciato o prendeva al massimo tre e adesso hanno quasi tutti la sufficienza, sembra poco, non lo è”.

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