“Restiamo sconcertati per una scelta che evidenzia l’incoerenza lampante tra i proclami moralizzatori e gli anatemi lanciati a ripetizione nei confronti della magistratura, nonché delle derive correntizie del passato, e le scelte fatte nel concreto”. Così i consiglieri al Csm di Area (il maggiore gruppo progressista delle toghe) si scagliano contro la nomina di Rosa Patrizia Sinisi, 66enne presidente della Corte d’Appello di Potenza, a vicecapo del Dog (Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria), la struttura del ministero della Giustizia che gestisce i servizi e il personale di tutta Italia. Una scelta controversa, perché sul curriculum di Sinisi pesano moltissime chat imbarazzanti con Luca Palamara: per anni la giudice ha raccomandato all’ex ras delle correnti (già potente membro del Csm e leader del gruppo di Unicost) nomi di protetti da piazzare ai vertici degli uffici giudiziari di tutta la Puglia, da Brindisi a Lecce, da Bari a Taranto. I messaggi tra Sinisi e Palamara sono emersi una volta acquisiti agli atti dell’inchiesta di Perugia, che nel 2019 scoperchiò il sistema delle nomine pilotate, definito da Carlo Nordio “un verminaio”. Eppure, una volta in via Arenula, il Guardasigilli del governo Meloni ha chiamato accanto a sè proprio un personaggio pesantemente coinvolto in quelle vicende. E per questo i consiglieri di Area, nel titolo del comunicato, lo definiscono “moralizzatore a parole“.

La scelta di Nordio è tanto discutibile da aver rischiato di essere bloccata dal Csm, che per legge deve autorizzare gli incarichi fuori ruolo. In Commissione, la proposta favorevole era passata con soli due voti (i laici di centrodestra Felice Giuffrè ed Enrico Aimi) mentre i quattro togati si erano astenuti. Dopo il rinvio di una settimana della pratica – e l’ipotesi che lo stesso Guardasigilli facesse un passo indietro – mercoledì 3 maggio c’è stata un’accesa discussione in plenum, al termine della quale il via libera a Sinisi è arrivato con appena 14 voti favorevoli su 33 consiglieri (i laici di centrodestra e i togati conservatori di Magistratura indipendente), mentre in sette si sono astenuti (tra cui i togati di Unicost) e in nove hanno votato contro (i togati di Area, Mimma Miele di Magistratura democratica e gli indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda, oltre ai laici Roberto Romboli e Michele Papa). “Per autorizzare l’incarico il Csm deve considerare il rischio di appannamento dell’immagine di autonomia e imparzialità del magistrato. Nel caso della dott.ssa Sinisi tale rischio è reso quanto mai concreto dal numero e dalla tipologia delle condotte emerse dalle chat. Perciò ci ci siamo opposti al collocamento fuori ruolo per un incarico che, per la figura di chi andrà a rivestirlo, non può giovare al prestigio della magistratura“, attaccano i consiglieri di Area.

Già durante la discussione in plenum, il togato del gruppo progressista Genantonio Chiarelli aveva ricordato che “gli incarichi fuori ruolo devono essere attribuiti a magistati non colpiti da elementi di opacità. Questo Consiglio ha il dovere di offrire al ministro un quadro completo della situazione, e a mio parere gli elementi di opacità sottolineati dalla delibera sono del tutto sufficienti a impedire un voto favorevole“, attaccava. Mentre Andrea Mirenda, unico magistrato eletto senza l’appoggio delle correnti, si è chiesto perché nei confronti di Sinisi non sia mai stata esercitata l’azione disciplinare, dal momento che “è condotta gravemente scorretta quella di violare il dovere di astensione da qualsiasi intervento o interlocuzione (che non siano quelli previsti dalla legge) nell’ambito delle procedure di assegnazione di incarichi direttivi o semidirettivi”. Il relatore della proposta favorevole alla nomina, il laico di Fratelli d’Italia Felice Giuffrè, ha invece parlato di “una scelta ponderata e sofferta: abbiamo soppesato tutte le ragioni di fatto e diritto e ci prendiamo le nostre responsabilità“, ha detto. Sostenendo che “la partecipazione del magistrato alle chat non può essere considerata un elemento preponderante in presenza di altri indicatori, tutti positivi”.

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