Kiev dichiara che la guerra sul suolo ucraino ha provocato la perdita di oltre 188mila militari russi, mentre il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, afferma che Mosca, solo negli ultimi cinque mesi, ha registrato la morte di 20mila militari e il ferimento di altri 80mila. Una stima, dice, basata su dati dell’intelligence americana recentemente declassificati. Le cifre diffuse negli ultimi giorni da Kiev e Washington sembrano testimoniare le difficoltà militari di Mosca, nelle stesse ore in cui l’amministrazione americana sancisce che l’offensiva russa nell’Ucraina orientale è “fallita”. Ma a descrivere una situazione delle forze armate russe più che favorevole al Cremlino è il generale americano Christopher Cavoli, capo delle Forze Nato in Europa, che sottolinea come, a oltre un anno dall’inizio dell”invasione, l’esercito di Mosca sia tutto fuorché sull’orlo della crisi. “Le forze di terra russe sono più grandi oggi che all’inizio del conflitto”, ha detto Cavoli lo scorso 27 aprile davanti alla Commissione per i servizi armati della Camera degli Stati Uniti. La Russia, quindi, ha ancora molta potenza di fuoco nel proprio arsenale. Cavoli, pur non fornendo ulteriori dettagli, ha dichiarato che “le forze di terra russe sono state in qualche modo ridotte da questo conflitto, ma sono più grandi oggi di quanto non lo fossero all’inizio della guerra”, aggiungendo che “l’Aeronautica militare ha perso molto poco, 80 aerei. Hanno altri mille combattenti e cacciabombardieri, mentre la Marina ha perso solo una nave”. In sostanza, per il generale Nato, “gran parte dell’esercito russo non ha risentito di un impatto negativo” da quando è iniziata l’invasione a febbraio 2022. “I russi sono più attivi di come li abbiamo visti negli anni. I loro pattugliamenti nell’Atlantico sono ad un un livello superiore rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi anni,” ha assicurato il generale. “E questo – ha concluso – nonostante tutti gli sforzi che stanno intraprendendo in Ucraina“.

Sul potenziamento delle forze armate russe, il ministro della Difesa Serghei Shoigu, in una videoconferenza con i comandanti militari, ha dichiarato che la quantità di armi acquisite è aumentata del 170% da un anno fa e quelle dei tipi più richiesti “sono aumentate di sette volte”. “Quest’anno – ha sottolineato Shoigu citato dall’agenzia Tass – le forze armate hanno ricevuto sufficienti munizioni per infliggere un danno effettivo al nemico. In generale l’industria della Difesa è in grado di soddisfare le esigenze dell’Esercito e della Marina. Comunque c’è il bisogno di individuare prontamente le aree dove c’è il rischio che le società della Difesa possano non riuscire ad onorare i loro impegni, e in tal caso bisogna prendere velocemente misure correttive”.

L’arsenale russo – Secondo recenti stime della Federation of American Scientists, Mosca detiene l’arsenale nucleare più vasto del mondo, con 5.977 testate. Mentre gli Stati Uniti ne avrebbero 5.428. Di conseguenza, Usa e Russia deterrebbero circa il 90% del totale mondiale di questi ordigni devastanti. Ma delle quasi seimila testate nucleari russe, 1.500 sono ritirate e pronte a essere smantellate (sarebbero invece 1.720 quelle americane ritirate dagli arsenali). E delle rimanenti 4.500 – riportava un anno fa il Bulletin of the Atomic Scientists – sarebbero all’incirca 1.500 quelle in effetti dispiegate su sistemi strategici a lungo raggio, mentre le restanti 3.000 sarebbero “di riserva”. La Russia ne avrebbe 812 dispiegate su missili balistici terra-aria, 576 su missili balistici lanciabili da sommergibili e 200 nelle basi dei bombardieri pesanti.

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