Da tempo seguo su Instagram Chiara Ferragni. Ho scelto di vedere il profilo della nota influencer per notare quante foto inserisce con i suoi figli minorenni. La 36enne imprenditrice della Rete pubblica quasi quotidianamente foto con Leone, 5 anni e Vittoria, 2 anni. Credo che sia il caso di fare un appello alla nota blogger e al marito: basta mettere foto con così tanta frequenza dei propri figli minorenni.

Il parlamento francese, a marzo, ha approvato all’unanimità un disegno di legge per limitare la condivisione degli scatti dei propri bambini sui social. A presentarlo Bruno Studer, ex insegnante e politico del partito del presidente Emmanuel Macron. In Italia un richiamo è arrivato dal Garante per la protezione dei dati personali, che in una nota ufficiale pubblicata sul sito istituzionale ha spiegato cos’è losharenting: “il fenomeno della condivisione online costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e (foto, video, ecografie, storie). Il neologismo, coniato negli Stati Uniti, deriva dalle le parole inglesi share (condividere) e parenting (genitorialità)”.

Lo sharenting è un fenomeno da tempo all’attenzione del Garante, soprattutto per i rischi che comporta sull’identità digitale del minore e quindi sulla corretta formazione della sua personalità. “È dunque necessario – scrive il Garante – che i ‘grandi’ siano consapevoli dei pregiudizi cui sottopongono i minori con l’esposizione in rete (e quindi tendenzialmente per sempre) delle foto dei figli, anche in termini di utilizzo delle immagini a fini pedopornografici, ritorsivi o comunque impropri da parte di terzi”.

Le parole del Garante credo che riguardino tutti: ricchi e poveri. L’appello non è rivolto solo ai ceti sociali più poveri ma a tutti. Anzi. Il ruolo di influencer di Ferragni è indiscutibile e, proprio perché tale, dovrebbe far assumere anche delle responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica.

Chiara Ferragni non è una ragazzina ma una donna matura, che sa bene il valore della pubblicazione di una foto con i suoi figli; ma sa anche che può creare un effetto emulazione da parte di chi la segue con tanto di giustificazione: “Se lo fa la Ferragni…”. Siamo di fronte allo stesso banale e pericoloso effetto della tv (fino a qualche anno fa) e della Rete: “Se l’hanno detto alla televisione…”; “L’ho letto in Internet….”.

Credo che non ci sia nulla di male nel pubblicare talvolta delle immagini di minori, ma il Garante parla proprio di “condivisione online costante”.

Da maestro, da educatore, chiedo a Ferragni di dare l’esempio in primis. Magari guadagnerà qualche migliaio di euro in meno, ma proteggerà così molti bambini da rischi e pericoli.

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