“In questi giorni è naufragato il progetto di partito unico con Italia Viva e credo che siccome era una promessa elettorale va raccontato il perché”. Inizia così un lungo video in cui Carlo Calenda parla, ancora, del fallito progetto di partito unico tra Azione e Italia Viva. “Dopo le elezioni si è capito abbastanza bene che Renzi non lo voleva fare prima delle europee ed è una visione a cui noi ci siamo opposti”, aggiunge Calenda, sottolineando di aver sempre creduto nel progetto del partito unico. “Mi è stato chiaro – spiega – che questo progetto non andava da nessuna parte quando Renzi ha fatto non un passo di lato ma cinque passi avanti riprendendo Italia Viva, diventando plenipotenziario, levando Rosato con cui lavoravamo benissimo negli organi della federazione dove Renzi ha sempre rifiutato di sedersi”.

Alla fine, racconta ancora Calenda “Renzi ha ceduto sul fatto di discuterne” e Azione “ha mandato proposte”. “Come vedete era un progetto per un partito contendibile, democraticamente eletto, forte, con un manifesto politico e culturale ben definito”, aggiunge. Ma, continua, “la risposta di Renzi è stata netta, l’indisponibilità in prima battuta a sciogliere in qualsiasi caso Italia Viva e a prendere un commitment per passare le risorse di Iv al nuovo partito perché il partito nasce senza risorse senza 2×1000 deve affrontare le campagne per le europee”. “Ovviamente erano tutti impegni che Azione era disponibile a prendere esattamente paralleli”, dice ancora, sottolineando di aver spiegato a Renzi che così non sarebbe nato un partito unico ma “tre partiti” e che quindi “non si sarebbe potuto fare”. “Di fronte a una crisi che si è acuita in cui abbiamo preso una posizione molto dura ieri abbiamo avuto una riunione dove ci hanno ribadito sostanzialmente le stesse cose cioè nessun impegno finanziario perché Renzi deve fare attività politica con Iv. E allora come si fa?”, si chiede Calenda nel video pubblicato su Twitter. Cosa accade ora? “Azione farà questo lavoro mettendo in discussione tutto, il suo nome, un manifesto politico inclusivo verso l’area popolare e liberale”. Tutto, sostiene, “è documentato, scritto, verificato” e “ci sono poche cavolate”, mentre, “tutto quello che avete sentito intorno è distrazione, armi di distruzione di massa”

Calenda specifica che “non è una lite di personalità, è una lite, una discussione che è diventata una lite sulle cose politiche perché costruire un partito è un grande atto politico”. Sottolineando di essere stato riempito di insulti, Calenda conclude: “C’è un problema di fiducia reciproca e su questo bisognerà lavorare perché comunque abbiamo dei gruppi parlamentari reciproci”

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