È stato “un fallimento” l’atteso incontro fra la premier francese, Elisabeth Borne, e i sindacati che protestano contro la riforma delle pensioni. Parola della leader della Cfdt, Laurent Berger, condivisa da tutte le sigle sindacali francesi, che per giovedì hanno indetto una nuova giornata di sciopero e mobilitazioni, l’undicesima dall’inizio delle proteste. “Ci vediamo domani in strada ovunque”, hanno detto i leader sindacali. All’Arco di trionfo è apparso anche uno striscione di protesta con la scritta “64 è no!“, riferendosi all’età decisa dal governo per il pensionamento.

Come ampiamente previsto, la presidente del Consiglio Borne non ne ha voluto sapere della richiesta del fronte degli 8 sindacati, quella – incondizionata – di un puro e semplice ritiro della riforma, già approvata in Parlamento. L’incontro – dopo poco meno di 3 mesi di totale assenza di dialogo – era già partito nel pessimismo generale. Il governo ritiene già approvata e in attesa di convalida da parte del Consiglio costituzionale. Sophie Binet, prima donna appena eletta alla guida della Cgt, aveva annunciato che il vertice “potrebbe durare 5 minuti“. Alla fine l’incontro a Palazzo Matignon è durato appena 55 minuti e al termine la stessa Binet ha denunciato una riunione “inutile“.

“Noi – ha detto Binet – siamo venuti a chiedere il ritiro della riforma delle pensioni a nome di milioni di lavoratori mobilitati da tre mesi. La prima ministra ci ha detto di non poter accogliere la richiesta, scegliendo così di rimandarci nelle piazze. Abbiamo deciso di mettere fine a questa inutile riunione quando la premier ci ha indicato che continuerà a governare contro il paese“. La leader della Cgt ha definito “radicalizzato, ottuso e disconnesso” l’esecutivo di Elisabeth Borne. “Viviamo una grave crisi democratica“, ha rincarato il segretario del primo sindacato di Francia Cfdt Laurent Berger, dopo aver abbandonato l’incontro con la premier. In un messaggio pubblicato su Twitter, Berger ha poi precisato il suo pensiero: “La responsabilità, la saggezza, sarebbe stato di ascoltare la mobilitazione sociale ritirando la misura che prevede l’innalzamento dell’età pensionistica a 64 anni. Non è così”. Quindi l’appello ai lavoratori ad unirsi alla nuova giornata di scioperi e manifestazioni, prevista per domani.

I disaccordi sull’aumento progressivo dell’età pensionistica da 62 a 64 anni “non hanno permesso di discutere in modo approfondito” con i sindacati. Ma “non voglio andare avanti senza le parti sociali“, ha dichiarato invece la premier dopo l’incontro. Borne ha confermato di aver illustrato alle parti sociali “la necessità di questa riforma” ormai divenuta legge e in attesa del via libera del consiglio costituzionale, il 14 aprile. “Abbiamo evocato altri temi, le carriere lunghe, i mestieri usuranti, le carriere professionali, l’occupazione dei senior…” Ma “i disaccordi sull’età pensionistica non hanno permesso di discutere in modo approfondito”, ha proseguito la fedelissima del presidente Emmanuel Macron, secondo cui la riunione di questa mattina con i sindacati ha rappresentato comunque una “tappa importante“.

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