Mentre il Paese è in subbuglio per le proteste scatenate, internamente ma anche a livello internazionale, dalla contestata riforma della giustizia, il ministro israeliano delle Finanze e leader del partito nazionalista Sionismo Religioso, Bezalel Smotrich, torna ad attaccare il popolo palestinese arrivando a negarne l’esistenza: “Non si può parlare di ‘palestinesi’ perché non esiste un ‘popolo palestinese’ – ha affermato – È un’invenzione del secolo scorso in funzione antisionista”. Il premier di Ramallah, Mohammad Shtaeyeh, ha risposto: queste parole “sono una prova conclusiva di quanto l’ideologia dell’attuale governo israeliano sia estremista e razzista“.

Le parole del membro del governo di ultradestra guidato da Benjamin Netanyahu rappresentano l’ennesima provocazione del neonato governo israeliano, in carica da appena tre mesi, nei confronti del popolo palestinese. Ci sono stati la passeggiata del ministro Itamar Ben-Gvir, noto anti-palestinese, nella Spianata delle Moschee, il suo ordine di far rimuovere tutte le bandiere della Palestina in quanto “simbolo del terrorismo” e i nuovi via libera ad altre colonie nella Cisgiordania occupata. Oggi, con la violenza che sta facendo toccare nuovi preoccupanti picchi, il ministro, già dichiaratosi apertamente fascista e omofobo, decide di far salire ulteriormente la tensione, nonostante i ripetuti tentativi del premier di limitare la pressione sul proprio governo: “Sapete chi è palestinese? – ha chiesto Smotrich al pubblico presente alla sua conferenza stampa a Parigi – Io sono palestinese. Mia nonna, nata a Metulla oltre 100 anni fa in una famiglia di pionieri che ha creato insediamenti in Galilea, lei era palestinese. Mio nonno, che era la tredicesima generazione della sua famiglia a Geruslemme era un vero palestinese. Questa è la verità ed essa deve essere udita all’Eliseo e anche alla Casa Bianca“.

Ma le sue parole e le sue azioni, come quelle dei suoi colleghi all’esecutivo, non piacciono né a Washington né a numerose comunità ebraiche sparse per l’Europa che nei giorni scorsi sono scese in piazza, insieme a una fetta della popolazione israeliana, in particolar modo a Tel Aviv, per manifestare contro le visite di Netanyahu in diverse capitali del Vecchio Continente. Due settimane fa lo stesso Smotrich aveva provocato, di nuovo, la reazione degli Stati Uniti per aver auspicato che un intero villaggio in Palestina fosse “cancellato”.

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