Stroncato da un’infezione da Streptococco A. È la notizia di un bambino inglese di tre anni, Theo, che sembra non presentasse sintomi dell’infezione. Stava guardando i cartoni animati in tv e, poco dopo, un arresto cardiaco ha posto fine alla sua brevissima vita. Sono stati gli stessi genitori a darne la notizia anche con la speranza di diffondere maggiore consapevolezza sugli effetti di questo batterio, definito “killer silenzioso“. I genitori raccontano di una leggera letargia mostrata dal figlio la sera prima, senza che questa destasse però particolari preoccupazioni. Purtroppo, mentre erano al telefono con il Servizio Sanitario, Theo, mentre stava guardando la tv, è crollato per un arresto cardiaco. È stato inutile l’intervento dei sanitari, accorsi immediatamente in ambulanza: nemmeno il massaggio cardiaco è riuscito a far riprendere il bambino.

Che cos’è l’infezione da streptococco – L’infezione da batterio streptococco beta-emolitico di gruppo A si trasmette per contatto diretto con le secrezioni provenienti dalla gola o dal naso di persone infette o con lesioni cutanee infette. In genere si manifesta con mal di gola persistente, tonsille ingrossate con presenza di placche, febbre, difficoltà a deglutire, mal di testa, stanchezza, vomito e diarrea. Si cura con antibiotici dopo avere somministrato al paziente un tampone per verificare la presenza dello streptococco A.

L’opinione dell’esperto – “Quella da Streptococco A è un’infezione molto comune tra i bambini e non mi sento di definirla un ‘killer silenzioso’”, mette subito in chiaro il professor Roberto Cauda, Infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma, che abbiamo contattato per IlFattoQuotidiano.it. “Alla fine dell’anno scorso, in realtà, era scattato l’allarme da streptococco proprio nel Regno unito con 9 decessi, soprattutto bambini, perché sono più vulnerabili”, continua Cauda. “La prima ipotesi che è emersa ha riguardato la presenza di un ceppo più aggressivo, ma le informazioni raccolte nelle settimane successive hanno fatto cadere questa prima ipotesi. È sempre il vecchio ceppo a circolare e probabilmente anche in questo caso la pandemia ha giocato un suo ruolo”. Quale esattamente? “Dopo il periodo pandemico, è aumentata la circolazione dello streptococco perché sono ritornate a incontrarsi e a interagire le persone. Ma anche questa è una possibile ipotesi non facile da verificare”. La malattia, in altre parole, non è cambiata. Ci sono gli stessi sintomi e quindi, nel caso specifico del bambino inglese, è “difficile stabilire le cause dirette che hanno portato al decesso”, continua l’esperto. “Presumo ci siano state delle avvisaglie, anche se la cronaca non le ha riportate: forse il bambino presentava dei sintomi neurologici? In ogni caso, non ci sono elementi per creare allarmismo, ma certamente avere una vigile attenzione”.

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