“La pace non è una parolaccia, chiaramente deve essere giusta. Dobbiamo continuare a sostenere in modo pieno il popolo ucraino, che ha il diritto di difendersi, ma dobbiamo chiedere un protagonismo dell’Ue per uno sforzo diplomatico“. Nella sua prima relazione ufficiale da segretaria PD, nel giorno della ratifica dell’Assemblea nazionale dem, Elly Schlein è tornata a rivendicare a nome del partito maggiori sforzi nel processo di pace sull’Ucraina, a partire dall’impegno dell’Unione europea. Certo, come già ribadito al New York Times, sull‘invio di armi a Kiev la posizione dem non è cambiata, rispetto a quella portata avanti dalla segreteria di Enrico Letta. Scelta benedetta dallo stesso ex segretario, che taglia corto: “È la linea del partito…“. Una decisione che, al momento, divide anche i dem dal M5s di Giuseppe Conte, al di là del dialogo riaperto con la foto di Firenze: “Schlein? L’aspetto sulla guerra”, ha avvertito lo stesso presidente 5 Stelle, intervistato dal Fattoquotidiano.

Eppure, tra i parlamentari dem e tra i componenti dell’Assemblea nazionale, la sensibilità verso il processo di pace sembra cambiata, soprattutto tra chi sostiene il nuovo corso democratico. “Il punto non è negare quello che abbiamo fatto finora. Il punto è: può la sinistra subire il ricatto di quanti scomunicano chi chiede una tregua, se non possibile necessaria”, avverte Gianni Cuperlo, intervenendo all’assemblea nazionale dem in corso a Roma. E ancora: “Schlein ha espresso una posizione chiara (sull’invio di armi a Kiev, ndr). Ma è chiaro che non ci si può limitare a questo. L’Ucraina deve avere diritto e possibilità di difendersi, è sacrosanto. Ma dobbiamo rilanciare allo stesso tempo la prospettiva di una tregua e di un cessate il fuoco, poi che si riapra la trattativa. Il sentiero è stretto, ma dobbiamo andare avanti”.
Pure Andrea Orlando avverte: “Se mi aspettavo parole differenti sulle armi? No, Schlein ha detto quello che doveva, ma la novità che vedo è una più forte attenzione per l’iniziativa diplomatica. Oggi è più urgente, so che la strada non passa per un dialogo con la Russia, che non è un interlocutore, ma va ricercata, coinvolgendo quei Paesi che possono fare pressione su Putin e che erano rimasti alla finestra”. “Penso che questo voto delle primarie ci abbia detto: ‘Cambiate, cambiate‘”, avverte pure Laura Boldrini, che non partecipò alle votazioni in Aula a Montecitorio nell’ultima proroga parlamentare per la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore di Kiev. “Schlein sulle armi non cambia? Vero, ma ho notato come la segretaria abbia messo un accento maggiore sul tema della pace. Questo apre in noi ‘pacifisti’ uno spazio maggiore“, precisa l’ex presidente della Camera. “La storia di Elly è anche una storia di pace, anche se ha votato a favore delle armi in Aula. Quello che mi rende più serena rispetto al passato è che ora è consentito a chi come me è invece contraria a questa linea di poter esprimere questo parere, senza finire in liste di proscrizione”, si accoda la neo componente dell’Assemblea nazionale, l’ex ‘Sardina’ Jasmine Cristallo. E pure il senatore Graziano Delrio, voce del mondo cattolico dem che già in passato aveva sollevato dubbi e perplessità sulla strategia del partito, avverte: “Auspico che nel 2023 si parli più di diplomazia, più che di rincorsa agli armamenti. La radicalità su alcune questioni, come sulla pace e sui migranti, non ci spaventa, anzi”.
Un altro che non votò in linea con il gruppo Pd è Arturo Scotto, che rientra con i colleghi di Articolo Uno tra i dem: “Deluso sulle armi? Mi sembra che Schlein abbia sdoganato la parola pace rispetto a una cultura dell’inevitabilità della guerra che era diventata alfabeto pure nel centrosinistra”. E Boldrini attacca: “La nostra posizione non è quella degli Stati Uniti. Siamo nella Nato, ma dobbiamo avere la nostra collocazione, perché i nostri interessi non combaciano con quelli americani”. Parole però che al momento restano nel novero delle dichiarazioni. “Serve una iniziativa parlamentare del Pd? Non so, vedremo, adesso vediamo. Di certo c’è nel programma”.
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