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Caso Von Bülow, il famoso avvocato ridusse in coma la la bella, ricca e diafana moglie. Questa ed altre storie nella serie Delitti di Lusso – American Files

La nuova serie di true crime firmata da Stella Fabiani e disponibile su Audible, si svolge nelle dimore finemente arredate dell’America dell’high society. Nelle mansion dei quartieri più chic di Chicago o nelle tenute di Rhode Island. Quelle dove vive la nobiltà che studia a Oxford, gioca a polo, si trasmette la ricchezza da generazioni

di Simona Griggio

Le tele originali alle pareti, le tende di broccato, il marmo italiano e gli antichi tappeti persiani. La passeggiata nel parco con i labrador e il ritorno alla magione consegnando il cappello alla servitù. Poi, entrando in una delle stanze impreziosite da fiori freschi, accorgersi che sì, i riflessi del sole sulle cornici dorate sono un incanto. E proprio quando quel pensiero sta prendendo forma, uccidere. Con distaccata freddezza. O essere uccisi. “Delitti di Lusso – American Files“, la nuova serie di true crime firmata da Stella Fabiani e disponibile su Audible, si svolge nelle dimore finemente arredate dell’America dell’high society. Nelle mansion dei quartieri più chic di Chicago o nelle tenute di Rhode Island. Quelle dove vive la nobiltà che studia a Oxford, gioca a polo, si trasmette la ricchezza da generazioni. Fra la seconda metà dell’Ottocento e gli anni Settanta del secolo scorso, però, in quelle famiglie si consumano delitti sconvolgenti. Che compaiono sulle prime pagine di cronaca nera dei giornali, gli stessi che ne raccontano gli affari miliardari e la mondanità. Sono una decina di casi tra i più efferati della storia della nera. Tutti ancora avvolti nel mistero.

La serie, realizzata da The Biplano Team e prodotta da Storielibere per Audible Original, li racconta in podcast. Non come fossero romanzi narrati in terza persona, piuttosto come dei radiodrammi in cui ogni personaggio, dall’imputato al testimone fino agli avvocati di accusa e difesa, ha la sua voce e il suo punto di vista. A intessere l’atmosfera di questa trama fitta di colpi di scena e interrogativi gli attori Fabio Pappacena, Gaia Benassi ed Emanuele Maria Basso. E il suggestivo sound design, un mix di effetti speciali e musiche create apposta. Di quali delitti stiamo parlando? “Sono in tutto dieci gli omicidi, mai pienamente risolti, che hanno sconvolto l’opinione pubblica americana di quegli anni”, spiega Stella Fabiani. “Si va dagli inganni mortali di H. H. Holmes, considerato il primo serial killer statunitense, alla follia del dottor Carl von Cosel che per otto anni visse con il cadavere trafugato di una sua giovane paziente – specifica l’autrice – fino all’oscuro fascino di Candy Mossler, accusata di adulterio, incesto e omicidio”.

In questa lista di omicidi senza movente passionale o di impulso, perpetrati con spietata ambizione e perfezionismo, è incluso anche il famoso caso von Bülow, che parla di un avvocato affascinante e ambiguo accusato di aver ridotto in stato di coma irreversibile la bella, ricca e diafana moglie. E, naturalmente, la vicenda di Nathan Leopold e Richard Loeb che ispirò a Hitchcock il film “Nodo alla gola”. Due ricchi rampolli annoiati? Facciamo un passo indietro. Cominciamo dal primo serial killer della storia americana: H. H. Holmes. Nel suo hotel labirinto a Chicago uccise almeno 27 persone. Ma in quel periodo ne sparirono molte di più. Perché il suo hotel era un labirinto? “Era stato creato apposta così – spiega Fabiani – per intrappolare le vittime e ucciderle senza lasciare traccia. Conteneva alcuni corridoi ciechi e stanze cassaforte, vuote e prive di finestre con delle botole che portavano direttamente a una fornace o tubi del gas che poi, rinchiusa la vittima, venivano aperti”.

Holmes aveva progettato fin dall’inizio il suo “the castle” come una trappola mortale. Cambiava continuamente i carpentieri già in fase di costruzione. Nessuno infatti ne conosceva l’intera mappa. Chi erano le sue vittime? Persone a cui lui, dotato di grande carisma e potere di convincimento, faceva firmare assicurazioni sulla vita a suo favore. Fabiani svela un risvolto raccapricciante: “Persino la sua segretaria, quando diventò una ricca ereditiera, fu uccisa”. Ma Holmes non si ferma agli adulti. Uccide persino i tre bambini di una sua vittima, con la madre: per paura di venire scoperto. L’assurdo? Riesce con i suoi modi ipnotici a farseli amici e a fingere di proteggerli portandoli con sé alla ricerca del padre. Il suo movente è sempre economico. A volte determinato dalla vendita di cadaveri alle scuole di anatomia. Siamo alla fine dell’800 e la medicina sta facendo passi da gigante. La sua fine? Arrestato, viene giustiziato con la pena di morte tramite impiccagione. Ma oltre ai delitti che confessa, cercando di gettare fumo negli occhi degli inquirenti con l’inclusione nella lista omicida di persone all’epoca ancora viventi, nulla si scopre delle decine e decine di persone scomparse nel suo circondario. Oltre 200.

La ricostruzione di questo e altri crimini da parte di Stella Fabiani e del suo team si basa su ricerche documentali e lunghe fasi di verifica. Verbali di processi, articoli di giornale, diari e testimonianze, arringhe di avvocati, fotografie dell’epoca e più di recente video. La collaborazione con l’Ancaf- Associazione nazionale criminologi e analisti forensi è di grande aiuto all’autrice e al suo collettivo di lavoro. La serie “Delitti di lusso – American Files” intreccia così, senza alcuna pretesa di restituire una verità mai pienamente accertata, i fili di vicende di nera oscure e misteriose che hanno per protagonisti vittime e carnefici appartenenti all’alta società americana. Da non confondere con le famiglie di arricchiti che ostentano ville, automobili e abiti griffati. Nelle storie raccontate da Fabiani lo stile di vita lussuoso è talmente intrinseco che non viene esposto. Ma solo vissuto nel quotidiano di un’esclusività raffinata al riparo da sguardi indiscreti.

Sono delitti perfetti? “Non esiste il delitto perfetto – risponde l’autrice – nemmeno nei casi citati, disegnati e tramati con lucida accuratezza. L’assassino non riuscirà comunque a evitare quel piccolo particolare che poi lo incriminerà. La differenza se mai, sta nella difesa. Per le famiglie ‘old money’ all’epoca lavoravano i migliori e più esperti avvocati”. Come nel caso dei due ragazzi di “Nodo alla gola”. “Pur essendo in vigore la pena di morte per il delitto a sangue freddo per futili motivi – puntualizza – i due giovanotti l’hanno evitata. Uno di loro è addirittura uscito di prigione dopo qualche tempo”. Ricordiamo la vicenda. Due rampolli dell’altissima società americana, laureati anzitempo, miliardari e colti, decidono di compiere il delitto perfetto per mettersi alla prova. Per sfida. Rapiscono e uccidono un ragazzino della loro cerchia e chiedono il riscatto alla famiglia ma lo uccidono ancora prima. Sarà un particolare a mandare in fumo il loro piano perfetto. Quale? L’autrice non lo svela.
Facciamo ora un cenno a un altro caso eclatante. Quello di Sunny von Bülow avvenuto negli anni ’70 del Novecento. Lei è una giovane donna bellissima e ricchissima. Con due figli dal primo marito e una dal secondo matrimonio. Vive fra Londra, Parigi, New York e Newport nello Stato di Rhode Island. Si veste Dior, Yves Saint Laurent, Givenchy e colleziona abiti da sera. Si muove con l’autista in Rolls Royce anche per fare la spesa e passa le giornate fra palestra, passeggiate in spiaggia, parrucchiere ed estetista.

La sua casa di New York? Nella descrizione di un’amica del secondo marito, poi incriminato ma fuori di galera dopo il processo di appello, si legge la descrizione dell’appartamento al 909 della Fifth Avenue nella Grande Mela: una dimora elegantissima “che arredarono con cura minuziosa e grande entusiasmo di lucidi mobili Luigi XIV, pezzi unici di arte moderna, pavimenti di marmo italiano, parquet scintillante”. E ancora: “Le finestre incorniciate di damasco di seta color oro si affacciavano su Central Park e il sole che entrava dalle grandi vetrate rifletteva i suoi raggi sulle pareti avorio bordate di foglie d’oro e sui preziosi comò Langlois”. Il movente del marito? Non era ricco come la moglie, figlia dei proprietari della General Electric Company. “Delitti di Lusso – America Files” è la seconda serie firmata da Stella Fabiani. Ma è la prima con il focus sui casi più sensazionali degli States. L’autrice, ghost writer di saggi e narrativa, non ha sempre scritto di delitti. Prima di riscoprire la sua passione per i casi di nera era una produttrice musicale indipendente e sceneggiatrice di video clip. Fra gli artisti da lei ‘scoperti’ anche Marco Mengoni agli albori della carriera. Proprio con lui ha ottenuto riconoscimenti come il Wind Music Award per “Re Matto” e l’Mtv Award per il miglior artista emergente. Ha partecipato anche alla creazione della Legacypedia per Sony Music Italia.

Perché abbandonare il settore? “Ora vivo nella campagna romana con i miei cani e scrivo. E’ questa la mia passione da sempre”. Il crimine di lusso? “Credo che la gente si appassioni a questi casi dell’alta società perché la banalità del male non ci convince mai. Tutti vorremmo che l’identikit psicologico dell’assassino fosse più lontano possibile da quello del nostro vicino di casa. O da noi stessi. La complessità di questi casi di lusso ci crea una sorta di distacco da divano”. L’eleganza del contesto ‘old money’ permette quindi di avvicinarsi senza ribrezzo alla pulsione dell’omicida. Ricordando sempre, però, che il delitto perfetto non esiste. Nemmeno nelle mansion americane dove i fiori recisi vengono cambiati ogni giorno in tutte le stanze, anche in quelle disabitate.

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