Ferrovial, colosso delle infrastrutture tra i più importanti della Spagna, ha annunciato l’intenzione di trasferire il suo domicilio sociale nei Paesi Bassi. Si tratta di una delle multinazionali più importanti del paese, con più di 24mila dipendenti nel mondo, fondata nel 1952 a Madrid e specializzata nella progettazione, costruzione, finanziamento e gestione di infrastrutture di trasporto (autostrade, aeroporti, per esempio), infrastrutture energetiche e servizi urbani.

Nel corso degli anni, grazie a un profondo processo di internazionalizzazione, ha incrementato la sua presenza in diversi paesi del mondo: in Europa, oltre che in Spagna, è presente in Polonia e nel Regno Unito. A livello globale, in Canada e negli Stati Uniti. In particolare, ha partecipazioni in quattro importanti aeroporti del Regno Unito: Londra Heathrow, Glasgow, Aberdeen e Southampton. Nel 2022 è entrata nel consorzio New Terminal One e parteciperà al disegno e alla costruzione del nuovo Terminal 1 dell’Aeroporto Internazionale John F. Kennedy di New York. Ferrovial ha grande peso nel settore delle infrastrutture e nell’Ibex 35, il principale indice azionario della Borsa spagnola.

Lo spostamento della sede ad Amsterdam si realizzerebbe con l’assorbimento di Ferrovial, con sede a Madrid, da parte di Ferrovial International, una società per azioni olandese, che detiene l’86% degli attivi dell’impresa, come spiega il quotidiano iberico El País. Ferrovial rimarrà quotata alla borsa spagnola ma l’obiettivo è entrare in quella statunitense attraverso le azioni olandesi della compagnia. Dopo la Brexit, infatti, la borsa di Amsterdam ha sorpassato quella di Londra diventando la principale piazza finanziaria europea. Essere quotata nella borsa olandese garantirebbe a Ferrovial grande visibilità per attirare investitori internazionali e quindi la possibilità di spiccare il salto nella borsa statunitense. In un documento di 92 pagine, la direzione dell’azienda prova a giustificare i motivi di questa decisione. In primo luogo, sostiene che Ferrovial è un’impresa internazionale con forte presenza in nord America: l’81% del valore proviene da Stati Uniti e Canada, il 6% dal Regno Unito, il 5% dalla Spagna e il 3% dalla Polonia, come si può leggere nel rapporto di gestione dell’azienda del 2022. Inoltre, ricorda che i Paesi Bassi sono stati scelti come sede da molte aziende simili a Ferrovial. “Si tratta di una giurisdizione con un rating creditizio di “tripla A”, un ambiente favorevole per imprese e investitori e un sistema giuridico stabile e affidabile”, si legge nel comunicato.

La decisione di Ferrovial, infatti, ricorda una mossa fatta in precedenza anche da altre aziende, a cominciare da Fca (poi confluita in Stellantis, a sua volta domiciliata in Olanda) e da Exor, la holding della famiglia Agnelli-Elkann, primo azionista di Stellantis e che negli scorsi mesi ha lasciato Piazza Affari per entrare nella borsa di Amsterdam. Ad Amsterdam hanno casa anche colossi come Ferrero, Luxottica o Mediaset. Non è un segreto che l’Olanda attiri le aziende straniere soprattutto grazie a regimi fiscali particolarmente favorevoli (soprattutto quando gli utili vengono distribuiti ai soci) e norme che favoriscono gli azionisti più forti. Questo sottraendo gettito ai paesi in cui le società realizzano gran parte della loro produzione e dei fatturati. Nel caso di Ferrovial, la decisione dovrà essere ratificata dagli azionisti tra il secondo e il terzo trimestre di quest’anno.

“Ferrovial deve tutto alla Spagna” – La decisione di Ferrovial, gestita da Rafael del Pino che possiede direttamente il 20% delle azioni (un altro 12% fa capo ad altri membri della famiglia), ha sollevato moltissime polemiche. Come spiegano El País ed El Confidencial, il governo non considera credibili le motivazioni avanzate dalla multinazionale per giustificare lo spostamento della sede nei Paesi Bassi, tanto da definirle “ridicole”, e considera che l’unica vera ragione sia fiscale, poiché in Olanda pagherebbe meno tasse. Secondo l’Esecutivo però, la questione riguarda tanto le imposte sull’azienda, che alla fine non risparmierebbe molto, quanto le tasse versate da del Pino. Quella di Ferrovial sarebbe insomma una mossa dettata da un “interesse personale” della famiglia del Pino, più che aziendale. Il governo di PSOE e Unidas Podemos, infatti, hanno da poco approvato una patrimoniale sulle grandi fortune superiori ai tre miliardi di euro che spostandosi in Olanda del Pino potrebbe schivare.

In un’intervista nel canale La Sexta, la vicepresidente del governo e ministra economica, Nadia Calviño, ha affermato di aver chiamato personalmente del Pino per comunicargli la sua contrarietà rispetto a questa decisione. “È un’azienda che deve tutto alla Spagna e che è cresciuta grazie agli investimenti pubblici finanziati da tutti i cittadini spagnoli (…) Non è accettabile. Si tratta di una decisione che va contro l’interesse del nostro paese”, ha affermato. La vicepresidente seconda dell’esecutivo e ministra del Lavoro, Yolanda Díaz, ha insistito nella necessità di creare un’Europa dove non esista il dumping fiscale, ovvero la riduzione della pressione fiscale e delle aliquote in uno stato per attrarre nuovi investitori. In un’intervista alla Cadena Ser questo giovedì, anche Díaz ha ricordato il sostegno che lo stato spagnolo ha concesso all’azienda in questi anni. “Ferrovial ha usufruito di diversi Erte –Expedientes de Regulación Temporal de Empleo, una sorta di cassa integrazione– ed è stata salvata con fondi pubblici”, ha spiegato. “Chiedo a Ferrovial di mantenere tutti i posti di lavoro che genera in questo paese, che sono più di 5mila e tutti gli investimenti”. Anche il Partito Popolare ha criticato il governo per la decisione di Ferrovial. In particolare, Juan Bravo, vicesegretario di Economia del PP, ha avvisato del rischio di un “effetto contagio” e che altre multinazionali spagnole decidano di abbandonare il paese.

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