Il team è composto da un medico, per la prescrizione di esami, un logopedista e uno psicoterapeuta. “Gli ultimi due lavorano in parallelo. Il primo aiuta con esercizi di dizione e ricerca di sinonimi, il secondo con terapie come quella cognitivo-comportamentale, la più efficace per la problematica perché lavora sul pensiero disfunzionale alla base del sintomo”. Infatti prima dei blocchi ci sono dei pensieri legati alla paura, e lo specialista aiuta a capire che sono proprio quei timori irrazionali a causare i blocchi. La terapia, adatta alla specificità di ognuno, serve anche a prevenire comportamenti di evitamento: non parlo in pubblico perché mi imbarazzo, non vado nel tal posto perché ci sono quelle persone che mi giudicano ecc. “Senza accorgersi si finisce col rinforzare la paura”. La soluzione non sta nell’evitare le situazioni ma nel risolvere il problema alla base. E lo si fa anche vedendo come sia praticamente impossibile balbettare quando si recita una poesia memorizzata o si canta; l’esperta cita il caso del noto attore di teatro Filippo Timi, che balbetta solo fuori dalla scena! Quando si conoscono bene le parole e non vanno cercati i termini non si balbetta, e nemmeno quando ci si distrae. Comprendere l’infondatezza delle proprie paure spiana dunque la strada verso la remissione.

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Fedez e la balbuzie improvvisa: perché succede? L’esperta: “È un disturbo che si autoalimenta, soprattutto se a causarlo sono fattori emotivi”

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