È chiamato Pig Palace: 26 piani per un totale di 650mila suini ospitati. Definito il più grande allevamento al mondo di maiali, il “grattacielo” cinese sta tornando a far parlare di sé in questi giorni a causa delle forti sponsorizzazioni del governo. La struttura si trova nella periferia di Ezhou, nella provincia di Hubei, e ha aperto i battenti, ammettendo i primi animali, a ottobre scorso, secondo quanto riporta il Guardian.

In grado di allevare contemporaneamente 650mila animali, con una capacità di macellazione di 1,2 milioni di suini l’anno, il gigantesco palazzo-allevamento è stato costruito, dalla Hubei Zhongxingkaiwei, nuova arrivata nel campo dei suini e dell’allevamento e originariamente attiva nel settore cemento: l’operazione è costata 4 miliardi di yuan. Come spiega il New York Times, citato dal Corriere della Sera, a pieno regime, l’allevamento dovrebbe essere composto da due edifici identici, ma al momento quello attivo è solo uno.

Oltre a risparmiare spazio, sviluppandosi verticalmente, l’allevamento, dotato, secondo le descrizioni, di sistemi di controllo per la ventilazione e la temperatura oltre a punti cibo automatici e telecamere per monitorare i maiali, dovrebbe anche isolare i suini dal rischio di malattie esterne. Secondo quanto riporta il Corriere, anche per i dipendenti i controlli sono stringenti: devono sottoporsi a vari test prima di entrare e non possono lasciare l’edificio fino al turno successivo.

Il pig palace, tuttavia genera polemiche e preoccupazione: gli esperti temono che un allevamento di dimensioni così mastodontiche possa aumentare il rischio di epidemie animali, nonostante i controlli. Preoccupazioni condivise anche dal virologo italiano Roberto Burioni. “Dal mio punto di vista, un paradiso per i virus”, scrive l’esperto su Twitter commentando la struttura. E aggiunge: “Animalisti dove siete?”.

A esprimere dubbi sono stati diversi esperti di ambiente e One Health, i quali hanno osservato che gli allevamenti intensivi su larga scala aumentano la probabilità di focolai di malattie sempre più grandi. “Se una malattia entra all’interno” di questo allevamento “può esplodere tra gli animali come un incendio”, ha avvertito Matthew Hayek, della New York University, citato dal Guardian. Un aspetto su cui ha convenuto anche il collega Dirk Pfeiffer, della City University of Hong Kong. “Maggiore è la densità degli animali, maggiore è il rischio di diffusione e amplificazione di agenti patogeni infettivi, nonché il potenziale di mutazione”.

A lanciare l’allarme soprattutto da un punto di vista animalista, qualche mese fa, era stata anche una petizione di Change.org che oggi ha raggiunto 117mila firme. “Confinati come fossero già carne in scatola e in condizioni igienico sanitarie invivibili, mancanza di spazio per muoversi, mancanza di luce (eccetto quella artificiale), ingrassati a forza con chissà che genere di alimentazione, una volta giunto il momento questi animali verranno caricati in massa e a forze su enormi ascensori di cui il palazzo è provvisto, dopodiché spediti direttamente al mattatoio, anche quest’ultimo già presente nell’edificio”, si legge nella petizione, che si chiede, retoricamente, il prezzo da pagare per soddisfare un fabbisogno di carne sempre maggiore.

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