Non solo Sanremo. Anzi. “Ogni volta che ci sono programmi di inchiesta e approfondimento legati all’ambiente (e in Rai, purtroppo, non ne facciamo mai abbastanza per quanto mi riguarda), intervengono sempre dei politici o dei soggetti privati che tentano di fare censura preventiva”. Il consigliere Rai, Riccardo Laganà, sentito da ilfattoquotidiano.it, commenta così le critiche mosse dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri prima allo spot e poi alla messa in onda della puntata di Sapiens condotta dal divulgatore scientifico Mario Tozzi e andata in onda su Rai 3, il 18 febbraio. Una puntata dedicata alle bonifiche nell’Agro Pontino realizzate durante il Ventennio fascista e che, si spiega nel corso della trasmissione, hanno prodotto forti impatti ambientali. “Indomita, nonostante le perplessità suscitate, Rai3 manderà in onda la nuova stagione di un presunto programma sull’ambiente – aveva commentato Gasparri – che attaccherà, con folli argomentazioni, le bonifiche dell’Agro Pontino. Un’opera tentata per anni, avviata e realizzata nei primi decenni del secolo scorso, che sconfisse miseria e malattie diffuse in quella parte d’Italia malsana e paludosa”. Per il senatore si tratta di “una follia che da sola giustifica un ricambio dei vertici”. E sui social aggiunge: “Il servizio pubblico che tifa per il degrado e la malaria va rifondato. Tutti a casa”. Ma Laganà non ci sta. E, chiarisce subito: “Gasparri non è certo il primo a tentare la strada della censura, al di là del colore politico. Ma quella trasmissione ha fatto servizio pubblico, cercando di invitare il telespettatore a una riflessione critica”.

Il senatore di Forza Italia attacca Tozzi – Diversi gli interventi di Gasparri che, nei giorni scorsi, ha prima parlato di “teorie farneticanti, già proposte anni fa dallo stesso personaggio (il riferimento è a Tozzi, ndr) che evidentemente, in mancanza di altri argomenti, torna a promuoverle più per far parlare di sé che per diffondere qualcosa di minimamente scientifico”. Per il senatore definire l’Agro Pontino l’Amazzonia italiana “è una follia che non ci saremmo mai aspettati di sentire, soprattutto da parte del servizio pubblico che, rimpiangendo i tempi bui della malaria, fa una vera e propria opera di disinformazione”. E poi il focus si sposta nuovamente sui vertici Rai, al centro delle preoccupazioni dell’esponente azzurro. Che scrive: “Ho difeso più volte la Rai da attacchi esterni e anche interni, cosa che farei anche oggi in Commissione di vigilanza, se i problemi delle sinistre in minoranza non ne avessero paralizzato la costituzione. Non avendo questo strumento istituzionale, non posso che esternare pubblicamente tutto il mio stupore e la mia contrarietà a trasmissioni che ridicolizzano l’azienda”. Un’attenzione verso la Rai che non è passata inosservata. “Maurizio Gasparri ha trovato l’ennesima scusa per chiedere la testa dei vertici Rai, e di Mario Tozzi. Dopo la musica con il festival di Sanremo, ora la destra vuole mettere il bavaglio alla scienza” ha commentato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra.

Laganà: “La Rai non può essere ostaggio dei partiti” – “Si vorrebbe spingere ancora di più la Rai ad essere ostaggio dei partiti e di soggetti privati portatori di interessi” spiega Laganà, spiegando che “su alcune tematiche, politiche e ambientali, c’è un tentativo di inserirsi nella parte editoriale e condizionarne la programmazione”. Accade per diversi programmi “da Report a ‘Indovina chi viene a cena’, fino a ‘Mi manda Rai Tre’ e ‘Presadiretta’, insomma tutti quei programmi che fanno inchiesta e che sono per loro natura indipendenti”. Secondo Laganà, tra l’altro, la trasmissione andata in onda su Rai 3 ha fatto uno sforzo di ricostruzione e di confronto fra tesi diverse. “La bonifica è stata certamente una grande opera, ma sono stati persi milioni di alberi ed ecosistemi” sottolinea il consigliere Rai, ricordando che oggi “dopo l’integrazione dell’articolo 9 della Costituzione, quelle opere sarebbero anticostituzionali. Dunque sì, è stato eliminato un problema, ma probabilmente si potevano trovare alternative che oggi definiremmo più sostenibili”. Ha dato molto fastidio quel paragone con l’Amazzonia. “Perché non si vuole fare vedere che la distruzione selvaggia della foresta amazzonica, nel caso specifico per il business degli allevamenti intensivi, viene condannata – spiega Laganà – mentre in Italia, anche se il caso dell’Agro Pontino rappresenta un modello ridotto, la stessa operazione è stata ed è tuttora considerata da molti una cosa giusta. Eppure, esattamente come quelli persi dall’altra parte dell’Oceano, anche i nostri alberi ci avrebbero aiutato contro il cambiamento climatico”.

Il confronto – Nel corso della trasmissione, però, è stata mandata in onda anche un’intervista che lo stesso Tozzi aveva fatto per la trasmissione Rai ‘Fuori Luogo’ ad Antonio Pennacchi, scrittore italiano scomparso nel 2021 e autore del romanzo ‘Canale Mussolini’, proprio sulla bonifica dell’Agro Pontino. Lo definì “l’opera per la quale sono venuto al mondo” e con la quale, tra gli altri riconoscimenti, nel 2010 ha vinto il Premio Strega. In quell’intervista Pennacchi difende l’opera davanti a un perplesso Tozzi, che gli ricordava l’impatto ambientale. “Quindi nel corso della trasmissione è stato fornito al telespettatore anche l’altro punto di vista, fra l’altro un punto di vista autorevole di chi riteneva prioritario che l’opera avesse giovato al Paese dal punto di vista sanitario e industriale” commenta Laganà.

Articolo Precedente

Vittorio Di Trapani è il nuovo presidente della Federazione nazionale della stampa italiana

next
Articolo Successivo

Ho un’idea per portare gente a votare alle primarie dem: il FantaPd

next