Palermo è una città piena di barriere architettoniche su strade, marciapiedi e luoghi di interesse storico, artistico, culturale che rendono particolarmente difficile l’utilizzo dei mezzi pubblici per i passeggeri a ridotta mobilità, soprattutto in periferia. È tutto siciliano il nuovo capitolo della serie di approfondimenti de ilfattoquotiano.it sul tema del trasporto pubblico locale inclusivo per le persone con disabilità (se hai storie o segnalazioni scrivi a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it).

“La città di Palermo, per usare un eufemismo, non si distingue per la sua accessibilità. Si fa prima a meravigliarsi dei pochi esempi di luoghi di frequenza pubblica accessibili che costituiscono l’eccezione”. A dirlo è Erica Li Castri, attivista dei diritti delle persone con disabilità nata nel capoluogo siciliano con una rara patologia genetica che ha il nome di displasia diastrofica e amante delle battaglie ritenute dai più impossibili, ma decisive per la qualità di vita di soggetti che vivono situazioni di fragilità. La realtà non è certo delle migliori e a confermarlo è anche Giovanni D’Aiuto, presidente della Uildm Palermo, da decenni impegnato a tutelare e difendere le istanze delle persone disabili. “Il trasporto pubblico per quanto riguarda i passeggeri a ridotta mobilità può ritenersi appena sufficiente per la qualità del servizio offerto e, in particolare, per l’assenza di un servizio taxi con mezzi accessibili. Gli autobus di linea, tram e metropolitana, sono accessibili solo per le linee principali ma mancano o sono insufficienti per gran parte dei quartieri periferici”.

“Bus inaccessibili e con personale non formato” – Li Castri, laureata in Giurisprudenza, parte dal presupposto che “il sistema cittadino dei mezzi pubblici presenta carenze profonde, risulta veramente difficile pensare che i nostri bus siano dei mezzi sempre accessibili a tutti e quei pochi dotati di pedana adatta alle carrozzine, e che ne agevolerebbero l’ingresso, vengono in molti casi condotti da personale non adeguatamente formato”.

Le criticità sono le stesse evidenziate sulla base delle molte informazioni che sono state raccolte dall’associazione di D’Aiuto. “Non raramente le pedane di accesso ai bus sono malfunzionanti e quindi impediscono l’accesso di persone che utilizzano la carrozzina manuale o elettronica. Per le persone con carrozzina manuale – aggiunge il numero uno della Uildm Palermo – è necessaria quasi sempre la presenza di un accompagnatore per adoperare la pedana”. Dalle testimonianze risulta evidente la difficoltà nell’utilizzare questo tipo di servizio. “Parzialmente differenti sono le linee del tram: il tram è presente solo in una piccola parte della città e non riesce a renderla efficacemente collegata. Ciononostante è l’unico mezzo di trasporto veramente accessibile”, dice Erica.

“Il servizio ferroviario metropolitano è ok, ma può servire l’accompagnatore” – Qual è la situazione invece che riguarda la linea della metropolitana? Il servizio ferroviario metropolitano di Palermo, gestito da Trenitalia, si articola su tre linee che utilizzano le infrastrutture ferroviarie RFI. Per D’Aiuto la situazione qui è “abbastanza soddisfacente”. La metropolitana si articola su tre linee con una dozzina di fermate in tutto. “Utilizzano le infrastrutture ferroviarie già esistenti – spiega Giovanni che fa l’impiegato dell’azienda energetica locale fin dal 1992, occupandosi di sorveglianza sanitaria dei lavoratori – che partono dalla Stazione Centrale per arrivare all’Aeroporto Punta Raisi e recentemente implementate con la realizzazione di ulteriori stazioni intermedie. Buona parte delle stazioni – continua – sono usufruibili da persone con disabilità, in alcune di esse, in particolare la Stazione Francia, l’ascensore per arrivare al piano stradale, è utilizzabile solo con l’aiuto di un accompagnatore”.

“Taxi idonei per i passeggeri in carrozzina? Non ce ne sono” – Quello dei taxi accessibili per tutti è un problema diffuso, come evidenziato anche nelle puntate dell’inchiesta su altre città. “Quella dell’accessibilità e del diritto alla mobilità è una tematica poco trattata. Cosi anche il servizio di pubblico utilizzo di taxi accessibili non c’è, ci sentiamo discriminati”, sottolinea Li Castri. “L’unico elemento dei servizi di pubblico utilizzo che tiene conto dell’importanza di veicoli che siano accessibili è il servizio del car sharing cittadino che offre anche qualche esempio di auto accessibile”. Esprime grande insoddisfazione sul punto anche D’Aiuto: “Non esiste la possibilità di utilizzare il servizio taxi con veicoli accessibili dotati di pedana o scivoli. Le cooperative taxi alle quali aderiscono i tassisti – aggiunge – non hanno accolto i tanti appelli per sollecitare i propri aderenti a dotarsi di veicoli accessibili né l’amministrazione ha esercitato particolari pressioni per spingerli a rendere fruibile il servizio a cittadini con disabilità”. Di conseguenza le richieste di servizi del genere trovano risposta attraverso l’intervento di aziende private / cooperative che si occupano dei trasporti di persone non autosufficienti. “In molti casi – evidenzia D’Aiuto – richiedono tariffe alte non sempre alla portata degli utenti”, costringendo chi ne ha bisogno a spendere parecchi soldi per un trasporto casa-lavoro o casa-struttura per visite mediche. Per aiutare i propri soci, Uildm Palermo svolge grazie all’impegno dei propri volontari servizi di trasporto per motivi di salute, studio, per la pratica di attività sportive e accompagnamenti ad eventi culturali.

Proposte per migliorare la qualità del servizio – Nell’approfondimento sul tema non solo critiche, ma anche suggerimenti da parte di chi quotidianamente vive queste criticità e vuole eliminarle. “I temi dell’accessibilità dei servizi pubblici di mobilità e dell’importanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche dovrebbero essere maggiormente attenzionati dalle amministrazioni locali, a maggior ragione se riflettiamo sul fatto che Palermo è una città capoluogo di Regione”, afferma Li Castri che parla di riprogettare il territorio partendo dal presupposto che “la libertà di spostamento costituisce crocevia di una città che possa dirsi egualitaria e inclusiva a 360°”.

Cosa occorre fare? “È essenziale che tutti i quartieri siano dotati di bus accessibili e che si realizzino ulteriori linee del tram e nuove stazioni della metropolitana”, risponde Giovanni. “Mi piacerebbe che parte dei fondi stanziati dal Pnrr destinati alle infrastrutture e all’inclusione venissero utilizzati subito per migliorare la mobilità pubblica per tutti. Non è vero che mancano le risorse, ma piuttosto è una questione di attenzione della politica”, afferma Erica. “La mancanza di un servizio di taxi accessibili – dice D’Aiuto – non è più accettabile e rende Palermo ancora più lontana da altre città metropolitane italiane che invece, da molti anni, dispongono di un servizio taxi accessibile a tutti indistintamente”. E la politica locale è attenta nei fatti alle vostre esigenze? “Non sembra, al momento, dare molta attenzione alla tematica dell’accessibilità e, nonostante il costante impegno delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità, la risoluzione di molte criticità presenti a Palermo, non appare tanto vicina”, conclude.

Articolo Precedente

Aborto, il rischio di tornare indietro è reale: un pericolo che si corre in Italia ma anche fuori

next
Articolo Successivo

Mobilità disabile a ostacoli, “a Napoli se riesci a entrare in una stazione della metro, rischi di non poter scendere alla fermata dopo”

next