Il tipo di rapporto che si ha con i soldi può rivelare un processo di decadimento cognitivo. C’è un test che lo può valutare e anticipare così la presenza di una possibile demenza. Lo ha messo a punto Francesca Burgio, specialista in neuropsicologia, che all’Istituto San Camillo del Lido di Venezia dirige il Servizio di Neuropsicologia e il collegato Laboratorio di neuropsicologia, che fa ricerche sul campo. Si tratta di un centro di eccellenza riconosciuto in tutta Europa e costantemente finanziato dal Ministero della salute che ha finanziato anche questa nuova ricerca.

Dottoressa Burgio, perché il rapporto con i soldi potrebbe essere una spia di una forma di demenza già in atto?
La capacità di gestire i soldi chiama in causa molteplici funzioni cognitive (memoria, attenzione, ecc.). Durante l’invecchiamento patologico o quando si è in presenza di una qualche patologia neurologica, queste funzioni iniziano a deteriorarsi e possono tradursi in un’alterazione della capacità di gestione del denaro. Un deficit in questa capacità può manifestarsi precocemente rispetto all’insorgenza di una demenza vera e propria”.

Avete osservato che nei pazienti che presentano invecchiamento cognitivo cerebrale sono sollecitate le aree sottocorticali del cervello; in altre parole, i soldi provocano piacere come il sesso o il cibo. Come si spiega?
“In un nostro studio abbiamo esaminato la correlazione tra atrofia cerebrale e abilità finanziarie in pazienti con invecchiamento patologico e nello specifico con Mild Cognitive Impaiment (MCI), i quali hanno eseguito una risonanza magnetica cerebrale e il test NADL-F. Abbiamo osservato che i pazienti con MCI presentavano differenze volumetriche rispetto alle persone sane nelle aree limbiche, ossia le regioni deputate al controllo emotivo e motivazionale (solitamente implicate in attività appunto come sesso o cibo). Questa scoperta suggerisce che in presenza di difficoltà cognitive, i pazienti con MCI fanno affidamento su processi emotivi e motivazionali nella gestione del denaro più che su funzioni cognitive corticali superiori, che dovrebbero essere alla base dei processi decisionali razionali legati alle scelte finanziarie. Tuttavia, con il progredire della patologia, anche le aree sottocorticali che sostengono i processi emotivo-motivazionali si deteriorano, portando il paziente a compiere decisioni irrazionali e che lo espongono al rischio di sfruttamento finanziario”.

Il test è valido per tutti i tipi di demenza, compreso l’Alzheimer?
“Il test è sensibile al declino cognitivo associato a diverse patologie neurologiche, sia di tipo cerebrovascolare (es. ictus) che neurodegenerativo (es. demenza). In particolare, tra le forme di neurodegenerazione, stiamo attualmente studiando le fasi iniziali della malattia di Alzheimer, ossia il Mild Cognitive Impairment (MCI), e la malattia di Parkinson. Abbiamo osservato che un deficit delle abilità finanziarie è presente già nelle fasi precoci di queste malattie, e può rappresentare un segnale di patologia”.

E non riguarda solo gli anziani. Anche i più giovani possono presentare segni di decadimento cognitivo.
“Sì, anche in patologie non necessariamente legate all’invecchiamento o a una forma di demenza è possibile riscontrare delle difficoltà cognitive, le quali talvolta possono associarsi a difficoltà in compiti di natura finanziaria. Tuttavia, stiamo attualmente approfondendo il legame tra funzioni cognitive e abilità finanziarie. I risultati preliminari suggeriscono che le abilità finanziarie e le altre funzioni cognitive possono dissociare, ossia seguire due direzioni indipendenti e, nello specifico, una persona può avere memoria, attenzione, linguaggio, o altre funzioni cognitive ancora preservate ma presentare già difficoltà nella gestione del denaro”.

A chi è raccomandato il test?
“Si tratta di un approfondimento consigliato quando il paziente o, più spesso, il familiare osserva un cambiamento rispetto al comportamento o nei compiti prima portati a termine senza difficoltà e per i quali ora la persona necessita di aiuto”.

Quando sarà disponibile il test e come potervi accedere?
“Il test è già disponibile, per informazioni in merito è possibile contattare lo 0412207111 o scrivere a francesca.burgio@hsancamillo.it”.

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