Dalla strage di Duisburg dell’agosto 2007 è apparsa chiaramente l’espansione della ‘ndrangheta anche in Germania. Anni dopo la giustizia tedesca vede passare in giudicato, e acquisire valore di precedente, la condanna di Salvatore Giorgi. È la prima sentenza tedesca per favoreggiamento della ‘ndrangheta e il primo accertamento giudiziale dell’esistenza della criminalità organizzata calabrese in Germania. Segna la continuità della storia dell’associazione criminale. Tutte le vittime degli omicidi di Duisburg provenivano infatti dalla roccaforte di San Luca e la più giovane era proprio un Giorgi, Francesco di 16 anni, i cui familiari gestivano due pizzerie in Germania, ad Erfurt e Überlingen.

Salvatore Giorgi, nato nel 1989, è stato condannato dai giudici del tribunale di prima istanza di Costanza a tre anni e sei mesi non solo per spaccio, ma anche per favoreggiamento di un’associazione criminale straniera. Dopo l’appello nel novembre 2022 la sentenza è stata ridotta a due anni e cinque mesi, come l’avvocato difensore Franz Dichgans ha dichiarato alla Mdr, ma il verdetto adesso è diventato definitivo.

Costituisce un precedente rilevante anche alla luce del fatto che da ottobre 2020 è in corso a Düsseldorf il primo maxiprocesso tedesco per ‘ndrangheta. Con 14 imputati, difesi da 44 avvocati, alla sbarra per traffico di droga, tra l’altro di oltre 600 chili di eroina. A cinque di loro la procura di Duisburg contesta la partecipazione diretta all’associazione calabrese e ad altri sei il suo favoreggiamento. Erano stati individuati grazie all’operazione di intelligence europea Pollino nel 2018, che ha portato all’arresto di circa 90 persone.

Il processo a Salvatore Giorgi, che è stato definito prima giudizialmente, in effetti scaturisce da un’operazione successiva. Il 5 maggio 2021 nelle prime ore del mattino centinaia di agenti avevano dato vita ad una serie di perquisizioni in ristoranti-pizzerie nella zona del lago di Costanza. Era scattata l’azione congiunta italo-tedesca Platinum-Dia che portò a 32 arresti in Italia e Germania. Al clan Giorgi-Boviciani, radicato a San Luca in Calabria, gli inquirenti della Dia di Torino ascrivevano da tempo l’importazione e distribuzione di cocaina dal Sudamerica in Italia, facendola transitare da Rotterdam, Anversa, Barcellona ed Amburgo. La droga giungeva poi in Italia in trasporti di verdure per essere venduta a chili a spacciatori all’ingrosso, o distribuita a ristoratori, fruttando al clan un giro di affari di 200mila euro alla settimana.

Significativamente nella sentenza che ha condannato Salvatore Giorgi il tribunale tedesco si è dato la pena di decodificare il clan criminale, elencando i ruoli avuti dai singoli componenti, ricostruendo il rigoroso impegno di omertà. Il Codice penale tedesco prevede all’articolo 129 il reato di favoreggiamento di un’organizzazione criminale. Nel 2017 la norma è stata riformata per rendere più facile la persecuzione penale; le condanne per questo reato però restano scarse. Nel 2021 sono state solo nove in tutta la Germania, e nel 2020 appena sei, ha illustrato il professor Arndt Sinn dell’Università di Osnabrück all’emittente tedesca Mdr. La ragione è che mentre il traffico di droga può portare alla reclusione fino a 15 anni, per la partecipazione a un’organizzazione criminale la pena è al massimo di 5 e per il favoreggiamento al massimo 3. Perciò anche se vengono condotte indagini sulla criminalità organizzata, alla fine molti procuratori non contestano il reato, perché le norme sul traffico di stupefacenti comportano pene maggiori. Parallelamente viene così punito il traffico, ma restano spesso coperti i retroscena di provenienza delle sostanze e le reti criminali. Il merito della sentenza del tribunale di Costanza è di essere invece andata a fondo.

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