L’ultima istantanea della campagna elettorale di Alessio D’Amato, candidato presidente della regione Lazio sostenuto da Pd e Azione-Italia Viva, va in scena a Garbatella, quartiere simbolico della Capitale, storica roccaforte ‘rossa’. Eppure, l’assessore alla Sanità uscente, indietro nei sondaggi rispetto al candidato del centrodestra Francesco Rocca, chiude la sua ‘corsa’ elettorale quasi in solitaria, per la scelta dei big Pd, in particolare dei candidati alla segreteria (Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli) di partecipare all’evento conclusivo della campagna di Pier Francesco Majorino, candidato congiunto di Pd, M5s e Avs in Lombardia, a Milano. Di fatto, disertando l’ultimo atto della campagna del dirigente laziale. Una partita che, al Nazareno, forse considerano ormai disperata, numeri alla mano. Così accanto a D’Amato restano, dal fronte Pd, soltanto l’ex presidente Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. E qualche dirigente e deputato del territorio, da Andrea Casu all’ex tesoriere Luigi Zanda.
Lo stesso D’Amato però cerca di allontanare le polemiche, con toni concilianti verso il partito: “Non mi sento abbandonato, la coalizione è unita. Un’altra immagine qui a Roma rispetto alla chiusura con i candidati Pd a Milano accanto a Majorino? No, non c’è alcuna penalizzazione, l’immagine qui è legata al territorio. Il Lazio sarà la grande sorpresa, vinceremo. E i candidati al Congresso Pd ci hanno inviato dei videomessaggi…”, si giustifica. Messaggi nemmeno proiettati all’atto conclusivo della campagna elettorale, presenti soltanto sui profili social del candidato presidente Pd. Ma se il Pd non c’è a Roma, accanto a D’Amato resta invece Carlo Calenda, leader di Azione. Oltre che Angelo Bonelli, deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce di Europa Verde. “Non c’è il Pd e io accetto di stare vicino a Bonelli… che devo fare più di così?”, ironizza lo stesso Calenda. “Scherzi a parte, non so perché abbiano fatto questa scelta i dem, ma è profondamente sbagliata, e dimostrano che preferiscono sempre il M5s”, attacca il leader di Azione.
E ancora: “Questa scelta è una grande cretinata perché Alessio D’Amato ha gestito nel modo migliore di tutti il Covid. Io sono felice di essere qui stasera a sostenerlo, in ogni caso”, continua. Accanto a lui anche Maria Elena Boschi, per Italia Viva. Mentre Bonelli, quasi in imbarazzo, preferisce tagliare corto: “Calenda? Non l’ho ancora visto…piuttosto è Conte che deve spiegare la sua scelta”, ha attaccato, critico verso la corsa solitaria del M5s con la sua candidata Bianchi. “Io ho vinto per due volte alle regionali senza i 5 stelle. Bisogna combattere”, ha invece rivendicato Zingaretti, facendo appello – così come D’Amato – al voto disgiunto, rivolto verso gli elettori M5s. “L’appello è a non far vincere una destra che ha fatto tanto male a questa Regione. C’è la possibilità di utilizzarlo per bloccare la destra e allo stesso tempo votare per il loro partito. Il voto alla Bianchi, terza, è un voto perso, inutile”, ha aggiunto lo stesso candidato di centrosinistra.Rispetto al suo appello è rimato invece critico Calenda: “Io invito a non votare proprio il Movimento 5 stelle. Credo che D’Amato lo faccia per prendere più voti, ma l’elettore deve essere convinto di quello che sceglie”.
Articolo Precedente

Nino Di Matteo a La7: “Lotta alla mafia non si fa solo col 41 bis. Mi preoccupo quando sento Nordio che parla di limitare le intercettazioni”

next
Articolo Successivo

Lazio, Bianchi chiude la campagna a Centocelle con Conte. Il leader M5s: “Periferie ci danno una prospettiva diversa, vanno valorizzate”

next