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Plusvalenze, ecco l’intervento del governo: scambi e ripartizione in 5 anni, cosa prevede la stretta

Nel pacchetto di modifiche al decreto milleproroghe arriva anche un intervento sulle società sportiva, dopo il caso Juventus e l'appello del presidente Figc Gravina
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Il presidente Figc Gabriele Gravina aveva chiesto “alcuni interventi” per “risolvere questo problema” che ha travolto il club con più tifosi in Italia, la Juventus. E il governo ha raccolto il suo appello: tra i 23 emendamenti dell’esecutivo al decreto milleproroghe spunta anche un intervento sulle plusvalenze nelle società sportive, che prevede una doppia stretta: la principale riguarda gli scambi senza trasferimento di denaro, l’altra elimina il regime di favore che consentiva sempre la ripartizione delle plusvalenza su cinque anni.

“L’intervento – secondo quanto si legge nella relazione tecnica – elimina la possibilità per le società sportive di poter ripartire le plusvalenze in cinque anni ai fini della determinazione del reddito nel caso di possesso di un anno, rientrando pertanto nella condizione generale del possesso triennale”. Che cosa cambia? Fino ad oggi, i club di calcio come tutte le altre società sportive godevano di un regime di favore in virtù della frequenza con cui i giocatori cambiano squadra. Fino ad oggi i club potevano infatti diluire in cinque anni il “bene” giocatore anche nel caso in cui fosse rimasto con la stessa maglia per un solo anno. Adesso invece la diluizione scatterà solo dopo tre anni di permanenza, come da normativa che vale per tutte le altre società.

Inoltre, l’emendamento del governo “limita l’ammontare della plusvalenza oggetto di ripartizione in 5 anni alla sola quota parte proporzionalmente corrispondente al corrispettivo in denaro“. In questo caso l’intervento ha l’obiettivo di limitare le plusvalenze nate da movimenti di giocatori senza trasferimento di denaro. Con la modifica, infatti, questi scambi andranno ad alimentare il reddito dell’esercizio in corso – quindi le tasse da pagare – e non potranno essere spalmate. Un disincentivo a tutte le operazioni che prevedono uno scambio secco, spesso buone solamente per abbellire i bilanci delle società: proprio quelle finite nel mirino delle ultime inchieste, riguardanti la Juventus ma non solo.

Le misure che il governo vuole introdurre “mirano a restringere la possibilità di ripartizione delle plusvalenze ai fini della determinazione del reddito, determinando potenziali effetti positivi in termini di gettito prudenzialmente non quantificato”, si legge ancora nella relazione tecnica. In altre parole, la stretta del governo riguarda principalmente le plusvalenze senza trasferimento di denaro. Gli scambi secchi. Per le altre operazioni, invece, la scelta è quella di eliminare il regime di favore per le società sportive e adeguare la loro normativa a quella generale.

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