di Antonella Galetta

Non è una novità che le città, soprattutto in pianura padana, siano irrespirabili. Secondo Legambiente 29 città su 95 nel 2022 hanno superato i limiti giornalieri di PM10. La situazione peggiore a Torino, Milano, Modena, Asti, Padova, Venezia.

I livelli di inquinamento atmosferico in molti centri urbani sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi più stringenti previsti per il 2030. Il report ha messo in evidenza i capoluoghi di provincia, sia per i livelli delle polveri sottili (PM10, PM 2,5) che del biossido di azoto, NO2. Il problema è che i limiti attuali sono più alti rispetto alle raccomandazioni dell’Oms e rispetto a quelli previsti dalla Nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2030. E io mi chiedo: ce la faremo a rispettare i nuovi limiti entro il 2030?

I nostri amministratori riusciranno a ripensare la viabilità delle nostre città facendo in modo che i centri storici siano sempre più Zez (zone emissioni zero)? Oppure come la Low Emission Zone londinese, che limita la circolazione dei veicoli più inquinanti riducendo le emissioni del traffico dal 30% al 40%? Ce la faremo a rendere le nostre case meno dispersive ed ecosostenibili? Riusciremo a potenziare il trasporto pubblico e quello rapido di massa, moltiplicando l’offerta di linea e promuovendo abbonamenti a basso costo? Dovremo organizzare lo sharing mobility (mobilità elettrica condivisa), pianificare sempre più piste ciclabili. Tutto elettrico anche prima del 2035!

Queste sono le proposte di Legambiente. Ma lasciatemi dire: questo è anche il momento per tutti noi di prendere coscienza e consapevolezza del problema dell’inquinamento. Se ci soffermiamo a pensare che l’inquinamento non è solo un problema ambientale ma anche sanitario, dovremo fare tutti uno sforzo, cambiando in primis le nostre abitudini, prendendo la bicicletta al posto delle automobili, riscaldando meno le nostre case – perché senza un vero impegno e presa di coscienza difficilmente riusciremo a rispettare i parametri dell’Oms per diminuire le malattie respiratorie e quelle tumorali.

Secondo Legambiente la decrescita dell’inquinamento è troppo lenta, esponendo le città a nuovi rischi sanitari e sanzioni. Le città più distanti dall’obiettivo previsto per le PM10 dovrebbero ridurre le proprie concentrazioni cittadine tra il 30% e il 43% entro i prossimi sette anni, ma stando agli attuali trend di riduzione registrati potrebbero impiegare mediamente anche 17 anni. Modena, Vercelli, Treviso anche 40 anni. Quindi ragazzi, rimbocchiamoci tutti le maniche e impegniamoci per raggiungere questi obiettivi, il futuro delle nostre città dipende anche da noi.

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