Il segretario o la segretaria del Pd “non possono passare il tempo a comporre equilibri interni“. L’ultimo discorso da segretario di Enrico Letta è un appello alla rifondazione di una struttura stanca e dilaniata dagli scontri interni. E rivolgendosi al prossimo o alla prossima leader ha detto: “Chiedo a ognuno di voi di cambiare una cosa fondamentale, che per me è stata la più complicata da vivere. Il segretario del Pd non può passare tutta la sua giornata a mettere tutte le sue energie nella composizione degli equilibri interni e poi alla fine della giornata pensare a cosa dire agli italiani. Perché così siamo rovinati“. Il deputato ha voluto salutare l’assemblea dicendosi ancora “innamorato” del partito, ma non ha evitato di citare “amarezze e ingenerosità” che hanno funestato, dice, il suo percorso. “Abbiamo bisogno di un partito nuovo“, ha ammesso poco prima di illustrare i passaggi fondamentali della consultazione tra i militanti: una rilevazione chiamata “Bussola” e che ha mostrato tutto il malumore di una base che rischia di essere sempre più distaccata. È stato “un periodo duro, fra i più duri della nostra storia. È stato giusto che chi guida il partito abbia guidato anche questa fase, c’è da prendere solo colpi”.

Il voto – L’assemblea del Pd ha approvato con 11 voti contrari e 24 astenuti il nuovo regolamento e il “Manifesto per il nuovo Pd” con 18 voti contrari e 22 astenuti. Si è stabilito che le assemblee di circolo, col voto sui candidati, si svolgeranno dal 3 al 12 febbraio con l’eccezione di Lazio e Lombardia, dove ci sarà tempo fino al 19 febbraio. Tra le diverse novità per poter votare nei circoli: gli iscritti possono rinnovare l’iscrizione entro la data di celebrazione del congresso del circolo al quale sono iscritti; i nuovi iscritti possono effettuare l’iscrizione entro il 31 gennaio. “Sarà importante avere la più ampia partecipazione possibile – ha dichiarato Roggiani durante il suo intervento in Assemblea -. Serve l’impegno di ognuno di noi per far diventare il 26 febbraio una grande giornata di democrazia e l’inizio di una stagione di rilancio per il Partito democratico”.

“Amarezze e ingenerosità” – Letta, salutando l’assemblea, ha cercato di spingere sullo spirito di comunità che per molti versi rischia di essere perduto. “La nostra non è né un cartello elettorale né un comitato elettorale, ma è una comunità che non considera il proprio capo come il centro di tutto”, ha dichiarato. “Non siamo un partito personale e lo rivendichiamo”, ha detto. “Abbiamo bisogno di un nuovo partito, non di un nuovo segretario. E per un nuovo partito serve una base politica, e il manifesto la dà, una base che ci mette nelle condizioni di essere molto ambiziosi per il futuro”. E ancora: “Amarezze e ingenerosità le tengo per me: siamo una comunità viva. Abbiamo una grande responsabilità, far cambiare linea al governo su tante scelte sbagliate. Dico ai candidati, parlatevi fra di voi, il futuro del partito dipende dalla vostra capacità di costruire linguaggi che vi consentano di essere diversi ma di capirvi nei momenti essenziali”. Una situazione di tensioni interne drammatica che, ha aggiunto Letta, è anche il principale problema dei dem. “Il segretario o la segretaria del nuovo Pd non può passare l’intera giornata a mettere tutte le sue energie nella composizione dei suoi equilibri interni e poi alla fine della giornata pensare con le energie residue che cosa dire agli italiani, perché così non può funzionare, così siamo condannati”.

Quindi illustrando i risultati della Bussola, il questionario che ha voluto fosse somministrato agli iscritti, ha osservato: “Ed emerge una richiesta di nettezza delle nostre posizioni e una forte richiesta di unità. Ci sarà molto da lavorare sulla parte organizzativa, viene fuori una forte insoddisfazione su come siamo organizzati”. La consultazione pubblica ha coinvolto oltre 18mila militanti che hanno compilato, individualmente o collettivamente nelle assemblee di circolo sui territori, il questionario aperto di 22 domande sull’identità del Pd. Le domande sono state messe a punto dal team di Letta insieme ad Ipsos e alla Fes. Letta ha anche commentato gli ultimi dati arrivati dalla raccolta del 2xmille: “Nel 2022 il Pd è stato di gran lunga il primo nelle scelte dei contribuenti italiani per il 2 per mille, abbiamo doppiato FdI, lo avessimo fatto anche alle elezioni sarebbe stato meglio, ma intanto ci teniamo questo fatto”.

La ricucitura con Articolo 1 – In un quadro di grande preoccupazione, Letta ha festeggiato almeno un ritorno. Roberto Speranza e Articolo Uno dicono un primo sì a un percorso unitario. “Oggi la nostra comunità si allarga, chiedo a Maria Cecilia Guerra“, esponente di Articolo Uno, “di aggiungersi alla presidenza”, ha detto in apertura dei lavori la presidente del Pd, Valentina Cuppi. L’avvio di questa nuova strada passa per l’ok al ‘Manifesto del nuovo Pd’. “L’assemblea di oggi ha il compito fondamentale di approvare il manifesto, che diventerà la koiné che ci tiene insieme”, ha dichiarato il segretario uscente. “E’ un momento che ho voluto, di superamento di fratture del passato e di sguardo al futuro”. L’ex ministro della Salute approva e ringrazia. “Sono molto contento di essere qui oggi. Credo ci sia bisogno di un momento di serietà e solennità in questo momento. Per me e la mia comunità di Art.1 non è un momento banale. Costituente per noi è la parola giusta. E però con tutta onestà la parola non basta, bisogna essere conseguenti ed essere capaci di ricostruire un grande partito nazionale popolare”, ha detto. “Di fronte a questa destra l’unità non è un’opzione ma una scelta politicamente e moralmente obbligatoria e io sono qui per questo”.

Gli altri candidati – A prendere la parola durante l’assemblea ci sono stati anche i candidati alla segretaria che hanno debuttato ufficialmente davanti al parlamento dem. La prima è stata la deputata Paola De Micheli: “Diciamoci le cose in faccia, proviamo a non essere fintamente unanimi, con l’obiettivo di una sintesi comune, ma con comportamenti che siano leali”, ha detto. “Chiedo al nuovo gruppo dirigente che i comportamenti siano più coerenti e leali”. Per Gianni Cuperlo “questo partito può rialzarsi, può riscattarsi. Ci sono senza presunzione e con grande umiltà. In discussione ci siamo noi e il nostro destino. Questo è il congresso più importante”. Per Elly Schlein bisogna intervenire al più presto per “rafforzare gli strumenti di democrazia interna”. E per questo “credo che sia necessario consultare la base degli iscritti su alcune scelte fondamentali. Ci serve un nuovo metodo di selezione della classe dirigente, cambiamo questa legge elettorale ma finché non ce la facciamo selezioniamo i candidati con le primarie”. Stefano Bonaccini, invece, si muove da segretario in pectore, e sul salario minimo e poi sulla gestione Covid ha cercato di fare sintesi lanciando un ‘ponte’ verso Andrea Orlando e Roberto Speranza, sostenitori della competitor Schlein. “Ci facciamo spesso applausi tra di noi, dovrebbero applaudirci fuori, non ci hanno applaudito e non ci hanno votato”, ha detto Bonaccini. “Finalmente domani si entra nel vivo, la costituente la apriamo dopo, nel senso di tenerla aperta, provando a capire come parliamo al Paese prima di parlare a noi stessi e richiamando i milioni di persone che sono andate via anche a votando a destra”, sottolinea lamentando un “percorso congressuale troppo lungo rispetto ai tempi della società. Ci fa apparire marziani”.

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