L’offensiva anti-intercettazioni sfugge di mano al governo e innesca un regolamento di conti nel centrodestra. Con la Lega che usa il pretesto – poco credibile – di voler difendere il giornalismo e la magistratura per attaccare Fratelli d’Italia e il suo ministro Carlo Nordio. Che dice: “Non ho mai minimamente pensato a dimettermi. In primo luogo perché con la premier siamo in perfetta sintonia. Poi perché le critiche, soprattutto quelle espresse in modo scomposto ed eccentrico, sono uno stimolo a proseguire. Ed infine perché la mia risoluzione sulla giustizia è passata con 100 voti contro 50 al Senato, e con la stessa percentuale alla Camera, con una standing ovation anche da una parte dell’opposizione. Le voci sulle nostre divisioni interne sono manifestamente smentite dai voti”.

Cosa è successo? Il sottosegretario meloniano alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha annunciato interventi contro i magistrati che riportano – negli atti non più coperti da segreto – contenuti di intercettazioni ritenute “irrilevanti“, e contro i giornalisti che le pubblicano. Un modo per accontentare Nordio nella sua crociata contro i presunti “abusi” di Procure e stampa, ma senza limitare l’uso dello strumento né le risorse stanziate (scelte impopolari dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, reso possibile anche dai telefoni sotto controllo). Ma il piano ha trovato un inatteso muro dagli alleati del Carroccio, che si sono schierati a sorpresa contro gli annunci di Delmastro, tentando così di dare il colpo di grazia al ministro Guardasigilli già nella bufera per i suoi attacchi scomposti ai magistrati antimafia (qui si può firmare la petizione del Fatto per cacciarlo da via Arenula).

Il primo commento scettico arriva dal segretario Matteo Salvini, che non si è mai risparmiato durissimi attacchi ai pm (in particolare quelli che hanno indagato lui e il suo partito). Ma ora si traveste da pompiere: “Spero che sia finito il tempo dei contrasti tra politica e magistratura. C’è bisogno di serenità e tranquillità e la politica deve evitare lo scontro con la magistratura e viceversa”, dichiara sabato mattina a Cremona, commentando le parole di Delmastro. “Il ministro Nordio”, continua, “pone l’accento su alcuni abusi, ma l’importante è che non ci siano polemiche con l’intera magistratura, che ha al lavoro persone perbene che sono in tribunale non per fare politica o per intercettare a casaccio. Importante è individuare e sanzionare gli abusi senza nuovi scontri tra pezzi dello Stato. È importante abbassare i toni“, pontifica. E nel pomeriggio, da Milano, torna sul tema: “C’è profondo bisogno di una riforma della giustizia fatta con magistrati e avvocati, non l’uno contro l’altro. Bisogna colpire gli abusi ed evitare che alcuni tribunali vengano utilizzati dalla politica, senza però fare di tutta l’erba un fascio“.

Ma a schierarsi contro il “bavaglio” annunciato da Delmastro di FdI è anche il suo parigrado della Lega al ministero, il sottosegretario Andrea Ostellari. Che diffonde una nota in cui afferma che “la qualità di una democrazia si misura anche dalla libertà della stampa di pubblicare notizie e opinioni scomode. Servono delle regole, perché non può esistere il diritto alla gogna. La soluzione tuttavia va individuata senza mettere il bavaglio ai tanti professionisti dell’informazione che contribuiscono a rendere la nostra società più informata e vigile”, argomenta. Per concludere: “L’Italia non ha bisogno di conflitti e divieti, ma di fiducia nel futuro. Concentriamoci per raggiungere questi obiettivi, assicurando alla magistratura tutti gli strumenti utili a svolgere, con efficacia, la sua funzione”. Parole che, lette in controluce, hanno un obiettivo fin troppo chiaro: sfiduciare Nordio e mettere in difficoltà i nemici-amici di Fratelli d’Italia, puntando a rubare loro la fetta di elettorato più legalitaria. Si attende solo la prima contromossa.

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