Ogni anno nel Regno Unito si consumano, per le bevande, circa 14 miliardi di bottiglie di plastica, 9 miliardi di lattine e 5 miliardi di bottiglie di vetro. La ministra britannica dell’Ambiente, Rebecca Pow, ha annunciato venerdì la decisione di adottare in Galles, Inghilterra e Irlanda del Nord, un sistema di deposito cauzionale per bottiglie di plastica e lattine, seguendo l’esempio della Scozia, dove l’avvio di un DRS è previsto già nella seconda metà del 2023. Positiva la reazione dell’industria che, con qualche accorgimento rispetto al sistema scozzese, è stata facilitata. Il meccanismo è semplice: il consumatore acquista una bevanda e paga per il contenitore una cauzione che viene aggiunta al prezzo del prodotto, ma che gli viene restituita totalmente quando riporta l’imballaggio al rivenditore (Leggi l’approfondimento, nell’ambito della Campagna Carrelli di plastica). Una rivoluzione che punta a ridurre dell’85%, nel giro di tre anni, la quantità di contenitori per bevande gettati come rifiuti. La decisione arriva a circa 13 anni dalla prima proposta, quella di David Cameron, a cui ha fatto seguito quella del ministro Michael Gove, nel 2017.

Una rivoluzione che, in Inghilterra e Irlanda del Nord, esclude il vetro – Due i limiti del nuovo sistema, rispetto all’idea originale. Intanto, avrebbe dovuto entrare in vigore nel 2024, ma questo non accadrà prima del 2025 (entro ottobre) e, inoltre, includerà il vetro solo in Galles (come già avviene in Scozia, ndr), a causa delle pressioni dell’industria inglese, che già aveva lamentato gli effetti dei piani di rafforzamento della responsabilità del produttore (EPR). Le novità previste, di fatto, renderanno necessario un complesso lavoro di coordinamento con l’industria per preparare i cambiamenti necessari, dalla creazione di infrastrutture alle modifiche dell’etichettatura. Secondo il programma originale il DRS avrebbe dovuto includere contenitori per bevande in metallo, plastica e vetro. “Per le ong, è una cattiva decisione perché anche le bottiglie in vetro fanno parte di quei 126 contenitori pro capite sprecati ogni anno nel Regno Unito” ha spiegato Silvia Ricci, referente Rifiuti ed Economia Circolare dell’Associazione Comuni Virtuosi.

L’organizzazione del sistema e le reazioni dell’industria – Nel 2021 è partita una consultazione pubblica. Il 59% delle 2590 persone che hanno partecipato, ha sostenuto un deposito di 20 centesimi, ma la commissione esatta sarà determinata da un’organizzazione di gestione dei depositi (DMO), che sarà istituita il prossimo anno. In queste ore, infatti, il Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali ha pubblicato la sua risposta alla consultazione, delineando il piano d’azione. Il DMO sarà probabilmente composto da un consorzio di rivenditori, produttori e industria. “Accogliamo con grande favore l’impegno del governo di introdurre sistemi di restituzione dei depositi in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord. Coca-Cola chiede da tempo un sistema di restituzione dei depositi ben progettato che funzioni perfettamente in tutta la Gran Bretagna per ridurre i rifiuti abbandonati e consentire la raccolta e il riciclaggio di più imballaggi con la massima qualità”, ha dichiarato Dusan Stojankic, vicepresidente delle operazioni di Coca-Cola in Gran Bretagna e Irlanda.

I costi e i dubbi delle autorità locali – Nel 2017, il Regno Unito aveva commissionato alla società di consulenza Eunomia lo sviluppo di un metodo di calcolo che avrebbe consentito alle municipalità di stimare separatamente i costi dovuti alle varie voci che, insieme, determinano complessivamente il costo della gestione dei rifiuti urbani. Un fattore chiave per tutti i Paesi, Italia inclusa, che pensano di poter introdurre un sistema di deposito su cauzione. Secondo Eunomia i comuni beneficeranno di 35 milioni di sterline all’anno dal programma. Eppure alcune municipalità hanno sollevato una serie preoccupazioni per un calo delle entrate, derivanti dalla vendita di materiali riciclabili che saranno sottratti al sistema. Gli esempi internazionali mostrano che un sistema di restituzione dei depositi può facilitare il riciclaggio, con tassi superiori al 90% in Germania, Finlandia e Norvegia. Gli attuali tassi di riciclaggio dei contenitori per bevande nel Regno Unito si aggirano intorno al 70%. Lo si evince anche dalle parole di Gavin Partington, direttore generale della British Soft Drinks Association: “Dando il via all’economia circolare del Regno Unito per i contenitori per bevande, il Deposit Return Scheme aiuterà i consumatori a fare la loro parte nel garantire che i contenitori che acquistano vengano restituiti per il riciclaggio”. Defra ha poi rassicurato sul fatto che le autorità locali potranno richiedere depositi non riscattati sui contenitori per bevande che finiscono negli impianti di riciclaggio dei materiali, oltre al fatto che una riduzione dei rifiuti porterebbe a risparmi per i comuni. Anche la questione dell’applicazione dell’Iva sui depositi non è stata risolta.

Twitter: @luisianagaita

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