L’ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, e gli altri ex vertici del club bianconero entreranno per la prima volta in tribunale il 27 marzo. È stata fissata per quella data l’udienza preliminare dei 13 imputati, compresa la stessa società, davanti al giudice Marco Picco dopo l’inchiesta della procura di Torino che ha chiesto il processo ipotizzando, a vario titolo, i reati di falso in bilancio, aggiotaggio informativo, ostacolo alle autorità di vigilanza, dichiarazione fraudolenta, derivante dall’uso di fatture per operazioni inesistenti con la conseguente indebita detrazione di Iva.

Sotto la lente degli investigatori sono finite, finora, tre annualità: 2018, 2019 e 2020. Come persone offese sono state individuate la Consob e l’Agenzia delle Entrate, che potranno chiedere di costituirsi parte civile. L’elenco comprende anche 29 cittadini, alcuni dei quali domiciliati presso l’associazione di consumatori Codacons che lo scorso ottobre aveva lanciato una “class action” a “tutela di tifosi e piccoli azionisti”.

È probabile che uno dei primi temi in discussione riguarderà la sede del processo. Le difese avevano già richiesto lo spostamento a Milano o, in alternativa, a Roma ma la procura generale della Cassazione aveva spiegato che, intervenuta la richiesta di rinvio a giudizio, non spettava a loro decidere. Sarà quindi proprio il giudice per l’udienza preliminare a dover dirimere la questione, eventualmente spostandola davanti alla Cassazione. Le difese avevano chiesto lo spostamento a Milano o a Roma perché a loro avviso è lì che si sarebbe consumato l’aggiotaggio informativo relativo alla comunicazione, ritenuta falsa, del decurtamento dei quattro stipendi in periodo Covid e lo stesso sarebbe avvenuto con i comunicati relativi alla chiusura dei bilanci ritenuti falsi.

Gli avvocati ritengono insomma che il reato si sia consumato a Piazza Affari dove la Juventus è quotata o, in alternativa, che se ne occupino i magistrati di Roma dove ha sede la piattaforma attraverso la quale la società diffonde i comunicati destinati al mercato. Di diverso avviso la procura di Torino che, già a giugno nella richiesta di misure cautelari poi respinta dal giudice per le indagini preliminari, aveva chiarito il suo punto di vista specificando la differenza tra aggiotaggio informativo, cioè il reato contestato, e l’aggiotaggio operativo.

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