Caro Biagio,

uno dei tuoi ultimi digiuni, vere e proprie urla contro una società distratta e cinica, lo hai consumato ai piedi della statua che raffigura il Beato Giuseppe Puglisi nella piazzetta dove 30 anni fa la mafia lo ha ucciso. Lo hai fatto perché volevano espellere dall’Italia un ospite della tua comunità in quanto sfornito del permesso di soggiorno. Ti sei ispirato nel tuo percorso di fede al Beato palermitano e quando ne avevi l’occasione passavi a trovare i volontari del centro di accoglienza Padre Nostro, fondato dal Beato Giuseppe Puglisi. Il centro ti è stato vicino sin dalle origini della missione e questo rapporto solidale si è mantenuto nel tempo.

Mi dispiace che non sarai presente il 6 giugno 2023 alla marcia che porterà tutta la diocesi e i vari pellegrini, guidati da Mons. Corrado Lorefice, sui sentieri che il Beato Giuseppe Puglisi ha tracciato tra Godrano e il Bosco della Ficuzza. Ma per questa tua mancanza ti “perdono”. So che lo hai fatto per intraprendere l’ultimo e più importante viaggio che ogni cristiano desidera percorrere con la stessa pace e serenità con cui lo hai affrontato tu.

Continua a intercedere presso il Risorto per la tua missione e per la città di Palermo. Questa volta, quando ti troverai davanti al Beato Giuseppe Puglisi, lo riconoscerai – non come quando vi siete incontrati nel fare anticamera presso il prefetto di Palermo, dove tu eri andato per chiedere un luogo in cui ricoverare i senzatetto e lui era andato per chiedere una scuola a Brancaccio.

Articolo Precedente

Il commento della famiglia finlandese in Sicilia è niente più che un feedback da TripAdvisor

next