Andrew Howe Besozzi si ritira. L’atleta reatino, 37 anni, che per anni ha vestito l’azzurro nella Nazionale di atletica leggera l’ha annunciato durante un’intervista a Verissimo, su Canale 5. “Ho fatto questa scelta perché voglio scoprire ancora di più me stesso come persona e non solo come atleta – dice tra l’altro nell’intervista a Silvia Toffanin – Non smetterò mai di allenarmi, lo sport rimarrà parte integrante della mia vita e non sparirò mai da quest’ambiente“. Howe, specialista nella velocità (e in particolare nei 200 metri) e nel salto in lungo, conclude la sua carriera con due mondiali Under 20 e un oro agli Europei di Göteborg nel 2006 nel salto in lungo, con la misura di 8,20 m, davanti al britannico Greg Rutherford (8,13 m) e al campione uscente, l’ucraino Oleksiy Lukashevych.

La decisione del ritiro arriva al termine di una carriera fatta di grandi vittorie ma anche di momenti difficili, soprattutto negli ultimi anni: “Sono sempre stato molto esigente con me stesso, ma a un certo punto mi sono sentito come se non mi fossi mai preso il tempo di elaborare tutto quello che avevo fatto. Come se non avessi mai raggiunto il mio reale obiettivo, che era quello di vincere le Olimpiadi“. E a Silvia Toffanin che gli chiede se proprio la mancata partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo sia stato il momento più buio, il campione conferma: “Sì, avrei voluto partecipare ed è lì che sono andato in crisi. Mi sono chiuso in me stesso, ho perfino allontanato molti amici, non ero più io”.

Un periodo problematico accentuato anche dal terribile problema di salute di sua mamma, la ex ostacolista René Felton, statunitense e italiana dopo il matrimonio in seconde nozze con Ugo Besozzi. “Mia madre ha avuto un ictus due mesi e mezzo fa – racconta Howe – Lei viveva e lavorava in America e quando ho ricevuto la telefonata alle 2 di notte ero con amici e non ho voluto dire niente a nessuno. Il giorno dopo sono partito immediatamente per Los Angeles. Era il minimo che potessi fare, lei per tutta la vita è stata forte per me e ora dovevo esserlo io per lei”. E aggiunge commosso: “È stato molto difficile vederla così, per me era una donna invincibile. Adesso l’ho riportata in Italia e sta meglio“. Infine, alla domanda sui progetti futuri, lontano dall’atletica, Howe conclude: “Sto allenando qualche bambino, sono personal trainer e poi chissà, non mi dispiacerebbe neppure il mondo dello spettacolo”.

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