Grazie a un emendamento del Pd alla manovra finanziaria, arriva una boccata d’ossigeno per i Comuni: 450 milioni di euro per la riduzione del disavanzo. Ma è tutto frutto di un errore e, per questa ragione, diventa necessaria una correzione. C’è il rischio concreto pertanto che la manovra possa tornare in Commissione prima dell’approdo in Aula. “Nella foga di dover approvare tanti emendamenti è partito qualche zero di troppo. Ma non è la prima volta e non sarà neanche l’ultima”, ha commentato il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè intervenendo a Metropolis su Repubblica.it. Un “intoppo” che prolungherebbe almeno di qualche ora l’esame alla Camera, al via domani alle 8. Varie fonti parlamentari danno per scontato questo epilogo per problemi di coperture, ma si attende che gli uffici completino l’esame.

L’emendamento, secondo fonti parlamentari, doveva essere bocciato perché privo di copertura. Il testo prevede infatti un aumento di 400 milioni di euro per il 2023 del fondo per la riduzione del disavanzo dei Comuni. Al fondo viene poi data un’ulteriore dotazione di 50 milioni di euro, sempre per il 2023, da ripartire tra gli enti locali che hanno usufruito di anticipazioni di liquidità. Gli oneri dell’emendamento sarebbero stati coperti con una riduzione di 450 milioni di euro per il 2023 del Fondo per le esigenze indifferibili. Ma queste somme non sono più disponibili, tra modiche del governo e l’utilizzo del tesoretto per altri interventi. Così tutto torna all’esame degli uffici e del ministero dell’Economia con la concreta possibilità che questo, come altri errori, possano essere corretti in una nuova seduta della Commissione giovedì mattina.

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