L’ex sindaco leghista di Foggia Franco Landella, sua moglie Daniela Di Donna, l’ex presidente del Consiglio comunale Leonardo Iaccarino e altre 9 persone dovranno affrontare un processo per l’inchiesta che aveva messo in luce, secondo l’accusa, un presunto giro di tangenti e altri favori in alcuni appalti indetti dall’amministrazione comunale.

L’inchiesta, coordinata dai pm Roberta Bray ed Enrico Infante, il 21 maggio 2021 portò l’ex primo cittadino ai domiciliari e allo scioglimento del Consiglio comunale, poi commissariato per infiltrazioni mafiose. Landella venne rimesso in libertà il 31 maggio con interdizione dal posto di lavoro. La prima udienza è stata fissata per il 15 marzo.

Secondo l’accusa, Landella avrebbe chiesto mezzo milione di euro, somma poi scesa a 300mila euro sul project financing relativo alla pubblica illuminazione, del valore di 53 milioni di euro e per questo è accusato di tentata concussione. La somma di 32mila euro sarebbe stata chiesta per il rinnovo di una convenzione urbanistica e in relazione a questo capo d’imputazione è accusato di corruzione. Landella si è sempre professato innocente. Le altre accuse, a vario titolo, sono di peculato e tentata induzione indebita, nonché istigazione alla corruzione.

Nel corso dell’udienza davanti al gup hanno patteggiato la pena Davide Saurino (1 anno) e Marianna Tucci (1 anni e 3 mesi), mentre sono stati prosciolti gli ex consiglieri comunali di maggioranza Pasquale Rignanese, Lucio Ventura e Consalvo Di Pasqua. L’inchiesta, che si basa su intercettazioni e parziali ammissioni di alcuni indagati, ha portato tra il 30 aprile e 22 maggio 2021 agli arresti di una mezza dozzina di persone tra carcere e domiciliari.

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