“La scelta che ha il Senato ha licenziato è una scelta che rischia di dare seri colpi all’efficienza dell’apparato repressivo in tema di perseguimento di alcuni dei più gravi delitti dei pubblici ufficiali contro la Pubblica Amministrazione. Parlo della concussione, della corruzione e dell’induzione indebita”. A dirlo è Enrico Infante, sostituto procuratore presso il Tribunale di Foggia, durante l’audizione in Commissione Giustizia a Montecitorio. Con la cancellazione dei reati contro la Pubblica Amministrazione dall’elenco di quelli ostativi, cioè quelli per i quali non sono previsti i benefici penitenziari “rischiamo di fare notevolissimi passi indietro”, denuncia. Infante spiega: “Io che da vent’anni mi occupo di questi reati, posso dire che maggiore è il trattamento sanzionatorio e penitenziario, maggiore è la facilità di divenire a riti alternativi e a condotte collaborative nei processi”.

Si sceglie di collaborare e di risarcire il danno, proprio rispetto “all’entità della risposta sanzionatoria”, spiega ancora. E aggiunge: “Dal 2019 ( con l’introduzione della Spazzacorrotti ndr.) di fronte a nuove indagini su reati contro la Pubblica Amministrazione, abbiamo un incremento degli atteggiamenti collaborativi“.

Infante fa esempi delle tipologie di reati attorno agli appalti: “Chi collabora con l’autorità giudiziaria corre il rischio di essere estromesso da un mercato e da un contesto dove i soggetti, imprenditori e dirigenti pubblici, si conoscono bene. Sono ambienti opachi” in cui le indagini sono molto complicate. Il regime sanzionatorio previsto dalla Spazzacorotti e che ora governo e Parlamento stanno modificando “era un potente incentivo alla collaborazione”. “Torneremo alla situazione pre 2019 dove era difficilissimo ottenere collaborazioni, riparazione e risarcimento del danno o la richiesta di riti alternativi”, dice Infante. Con il risultato secondo il procuratore di “ingolfare la macchina giudiziaria“.

Alle domande del M5S, Infante, risponde: “La Mafia quando si struttura, quando cerca di fare il salto di qualità prova ad entrare nell’economia legale. Tra i modi in cui lo fa, ovviamente c’è quello di entrare nelle condotte corruttive e di impadronirsi nel proprio territorio delle Pubbliche Amministrazioni”. “Sarebbe un peccato se le organizzazioni criminali avessero questo messaggio: ‘se continui a lavorare nei reati tuoi tradizionali, l’estorsione, il racket, droga, non hai i benefici penitenziari; se ti converti a reati più sofisticati, se aggredisci l’economia legale che diventa illegale perché ci entri tu con corruzione e concussione, non hai più lo sbarramento del 4bis’. Ecco sarebbe un pessimo segnale, a riconvertirsi nel mercato-Pubblica Amministrazione. Con il mafioso che dice ‘va bene, metto più in essere l’estorsione banale e provo ad entrare nella Pubblica amministrazione a fare il corruttore, il complice o l’inspiratore dei concussori'”, attacca ancora Infante. “Questo sarebbe molto pericoloso – conclude il sostituto procuratore presso il Tribunale – con i benefici carcerari per i condannati per corruzione e concussione perché uno dovrebbe collaborare?”.

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