Sulla legge Severino il Partito democratico anticipa sul tempo il governo. Se nei giorni scorsi autorevoli esponenti dell’esecutivo, come il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, avevano annunciato l’intenzione di mettere mano alla legge anticorruzione, adesso i dem depositano due proposte di legge che vanno nella medesima direzione. E pazienza se formalmente il Pd dovrebbe essere all’opposizione del governo.

No allo stop dei sindaci – La prima pdl dei dem propone di modificare la Severino nella parte che riguarda la sospensione dei sindaci dopo il primo grado di giudizio. La seconda, invece, vuole intervenire sulla responsabilità politica, amministrativa ed erariale dei sindaci per i reati omissivi impropri. Le due proposte sono state presentate in una conferenza stampa con i capigruppo di Camera e Senato, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi e con i senatori dem Anna Rossomando e Dario Parrini che assicurano “su questi due testi si può aprire una discussione, non son scritti nella pietra”. Una vera e propria apertura alla maggioranza sui temi di giustizia e infatti la capogruppo Malpezzi parla di “una necessità politica che è condivisa in modo trasversale“.

Le altre proposte – E in effetti, solo pochi giorni fa, il viceministro Sisto aveva criticato la legge Severino perché “ingiustamente penalizza pubblici amministratori condannati con sentenza di primo grado e che devono subire conseguenze prima che la sentenza diventi definitiva”. Ora i dem traducono quelle parole con una proposta di legge. La norma, ha spiegato Rossomando, “interviene in modo specifico sulla legge Severino, sulla quale c’era la necessità di fare un tagliando entrata in vigore nel 2012. Noi proponiamo che non sia più possibile la sospensione dalla carica per gli amministratori se la condanna non è definitiva escludendo i reati di più grave allarme sociale”. La seconda pdl, invece, “riguarda i cosiddetti reati omissivi in proprio ovvero quelle condotte per cui rispondono i sindaci come figura di garanzia, fattispecie quelle più colpose: dalla persona che rimane sotto un tunnel, perché si è allagato alla bambina che si è schiacciata il dito – ha continuato la responsabile Giustizia del Pd – Questo ddl, partendo dal testo già nella riforma del Tuel che poi non è mai arrivato in Cdm nella legislatura precdente, distinge la responsabilità politica e di indirizzo, dalle responsabilità tecniche e amministrative, quindi non interviene direttamente sulla norma penale ma su suoi presupposti”.

I dem aprono alla maggioranza – Secondo Parrini, invece, l’iter dei due provvedimenti potrebbe iniziare “in prima commissione il Pd ha indicato tra le sue priorità i due ddl. Ci auguriamo di registrare consenso da parte di tutte le forze politiche visto che molte si sono espresse in favore di norme di questo tipo e anche di avere tempi celeri di esame in commissione per poter licenziare presto una norma di senso compiuto”. Riguardo alla possibilità di trovare convergenze politiche dalla maggioranza, Parrini ha aggiunto: “Non abbiamo ancora iniziato nel merito la discussione, però ricordo alcuni pezzi della discussione della scorsa legislatura mi stupirei del contrario”. Una riflessione che la capogruppo Serracchiani trasforma in un vero e proprio invito a Giorgia Meloni: “Mi appello a questo governo affinchè, a fronte dei movimenti scomposti a cui abbiamo assistito, dia attuazione alla riforma Cartabia. I sindaci chiedono giustamente un intervento, ci auguriamo che il governo ci ascolti e lo diremo al ministro Nordio quando verrà in Commissione Giustizia per le sue linee programmatiche”.

Mantovano con Zanettin contro la Spazzacorrotti – E mentre i dem presentano le loro proposte per anticipare l’azione dell’esecutivo, in maggioranza si registra un ritrovato asse tra Pierantonio Zanettin e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Il capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia del Senato aveva depositato alcuni emendamenti al decreto Rave, nella parte che disciplina l’ergastolo ostativo. Gli emendamenti di Zanettin hanno come obiettivo quello di smantellare una parte della legge Spazzacorrotti. Nel dettaglio il berlusconiano propone di concedere la possibilità di accedere ai benefici penitenziari anche ai condannati per reati contro la pubblica amministrazione. Una proposta condivisa da Mantovano, che ieri – durante una presentazione di un libro – si è detto pubblicamente favorevole. E oggi Zanettin si è augurato “che sia questa anche la posizione del ministro Nordio”. Dunque, approfittando della norma che evita la scarcerazione dei boss mafiosi, il centrodestra punta a favorire la liberazione dei colletti bianchi condannati per reati contro la pubblica amministrazione.

Articolo Precedente

“Pd non in grado di rappresentare le forze del lavoro”: a Roma l’assemblea degli attivisti di Articolo 1 che non vogliono seguire Speranza

next
Articolo Successivo

Armi all’Ucraina, Meloni come Draghi: il cdm approva il prolungamento degli aiuti militari fino a tutto il 2023

next