A settembre 2022 il valore delle esportazioni italiane è salito del 21,6% rispetto allo stesso mese del 2021. Il dato, comunicato oggi dall’Istat, è fortemente influenzato dall’aumento dei prezzi, le vendite all’estero salgono tuttavia anche come quantità (+ 2,1%). Si tratta dell’undicesimo mese consecutivo con il segno più. Il valore dell’import è cresciuto di ben il 40% (balzo riconducibile in buona misura al prezzo del gas più che triplicato, + 250%) pur restando invariato come quantità. Il saldo commerciale (differenza tra valore delle esportazioni e delle importazioni) è negativo per 6,4 miliardi di euro, con un deficit energetico di 12,4 miliardi. Nei primi 9 mesi dell’anno le esportazioni sono salite in valore del 21% mentre le importazioni del 43,5%. Il saldo è negativo per 31,3 miliardi con il solo deficit energetico che pesa per 85 miliardi. Per gli altri prodotti le esportazioni superano l’import di circa 42 miliardi di euro.

Nel solo mese di settembre le vendite di made in Italy sono aumentate soprattutto verso gli Stati Uniti (+48,6%) anche grazie alla debolezza dell’euro che rende più convenienti i prodotti europei. Ennesimo forte rialzo anche per le esportazioni verso la Turchia (+ 50%) paese che si sospetta venga utilizzato come vertice della triangolazione di vendite verso la Russia sfuggendo alle sanzioni. Le vendite dirette verso Mosca scendono viceversa del 34% rispetto all’anno prima. Bene anche l’export per la Francia (+18,8%), la Germania (+14,8%) e paesi Opec (+49,1%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento dell’export ci sono gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+36,2%), macchinari e apparecchi (+13,9%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+15,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+19,8%).

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