I tre pubblici ministeri del caso David Rossi sono di nuovo indagati a Genova. La Procura del capoluogo ligure – competente per le ipotesi di reato a carico di magistrati toscani – ha notificato un invito a comparire ad Aldo Natalini, Nicola Marini (attuale procuratore capo facente funzioni di Siena) e Antonino Nastasi, gli inquirenti senesi che la notte tra il 6 e il 7 marzo 2013 perquisirono l’ufficio dalla cui finestra era caduto il manager di Monte dei Paschi, trovato morto nel vicolo accanto alla sede della banca. L’accusa è di falso aggravato per aver “manipolato e spostato oggetti senza redigere alcun verbale delle operazioni compiute e senza dare atto del personale di polizia giudiziaria che insieme a loro aveva proceduto a questo sopralluogo”, nonché di aver omesso “di attestare che nelle ore precedenti, e in particolare dalle 21:30 sino a circa mezzanotte del giorno precedente, avevano già fatto ingresso nella stanza prima che la stessa venisse foto-ripresa dal personale della polizia scientifica”.

L’apertura dell’indagine è dovuta alla testimonianza – resa alla Commissione parlamentare che ha indagato sul caso – del colonnello dei Carabinieri di Siena Pasquale Aglieco, a suo dire presente sulla scena del crimine senza che il suo nome comparisse in alcun verbale. A dicembre dello scorso anno, il militare aveva raccontato di essere entrato nella stanza di Rossi insieme ai pm molte ore prima dell’arrivo della scientifica: uno dei tre magistrati, Nastasi, “si è seduto sulla sedia di Rossi e ha acceso il computer”, manovrando il mouse “con una penna”, aveva raccontato. Aggiungendo che un altro aveva “preso e svuotato sulla scrivania” il cestino in cui “erano contenuti i fazzolettini sporchi di sangue”, potenziali prove distrutte senza che ne venisse mai analizzato il dna. Aglieco riferiva che sul telefono di Rossi era arrivata una chiamata di Daniela Santanché, a cui avrebbe risposto uno dei pm: “Mi sembra Nastasi”. Circostanza però smentita dallo stesso Nastasi, che dimostrò tabulati alla mano come a quella chiamata alle 21.59 del 6 marzo 2013, in realtà, non rispose nessuno.

Le dichiarazioni di Aglieco erano state usate da Matteo Renzi per attaccare in particolare Nastasi, che negli anni successivi si è trasferito alla Procura di Firenze ed è uno dei pm che hanno chiesto il suo rinvio a giudizio nell’indagine sulla fondazione Open. E ora l’ex premier è il primo a commentare la notizia della nuova indagine approfittandone per attaccare di nuovo gli inquirenti. I tre pm erano già stati indagati dai colleghi genovesi per abuso d’ufficio e favoreggiamento della prostituzione, in un fascicolo aperto dopo il racconto alle Iene dell’ex sindaco di Siena, Pierluigi Piccini, su un presunto sistema di festini a base di cocaina in cui sarebbero stati coinvolti alcuni magistrati senesi. Su richiesta della stessa Procura, a gennaio 2021 il gip aveva disposto l’archiviazione.

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