“Sul decreto Aiuti non c’è un euro per i Comuni massacrati dal caro energia”. L’accusa al governo arriva da Matteo Ricci, sindaco Pd di Pesaro e responsabile enti locali dei dem. L’Associazione nazionale dei Comuni, nelle scorse settimane, aveva più volte sollecitato l’esecutivo a intervenire in maniera incisiva con i fondi destinati alle amministrazioni locali per fare fronte ai rincari di luce e gas.

Così ora lo spettro di un taglio ai servizi, ad avviso di Ricci, è vicino: “Rischiamo di non avere i soldi per riscaldare le scuole, e per l’illuminazione pubblica – scrive in un tweet – Però almeno potremo spicciarci 5mila euro in contanti dal tabaccaio. Favore agli evasori e schiaffi ai sindaci”.

A inizio ottobre l’Anci aveva espressamente richiesto, attraverso il delegato alla Finanza locale, 200 milioni di euro nel decreto Aiuti quater e lo stanziamento di 800 milioni, in legge di Bilancio, “che potranno valere anche per il 2023” in caso di situazioni particolarmente critiche per determinati Comuni.

Come raccontato da Ilfattoquotidiano.it nelle scorse settimane, molti sindaci hanno già adottato piani per ridurre i consumi energetici e affrontare così l’aumento delle bollette di luce e gas, a volte di fatto arrivando a un vero e proprio razionamento. E anche il Natale si preannuncia all’insegna dell’austerity, con una drastica riduzione dell’uso delle luminarie.

In una delle ultime riunioni del suo direttivo, l’Anci aveva spiegato che “a fronte di una spesa energetica media annuale di circa 1,8 miliardi di euro (dati SIOPE)” nel 2023 i costi saranno “almeno raddoppiati se non peggio”. In uno “scenario di crisi e di rischio default dei bilanci in chiusura”, i sindaci avevano quindi spiegato che “le uniche misure immediate credibili sono relative al contenimento dei consumi” e di conseguenza “delle spese energetiche”.

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