Un piano “disastroso” di “recupero bilancio” e “plusvalenze artificiali”. Con tanto di accuse sul comportamento, perché “non rispetta gli orari” e fa le “riunioni in sauna, barbiere, podologo”. Un vero e proprio “libro nero”, quello che l’attuale direttore sportivo della Juventus, Federico Cherubini, ha scritto sul suo predecessore Fabio Paratici. Lo hanno sequestrato gli investigatori della Guardia di finanza durante le perquisizioni collegate all’inchiesta sui presunti falsi in bilancio dei dirigenti bianconeri negli anni scorsi.

Risalenti alla primavera 2021, gli appunti di Cherubini, pubblicati da La Repubblica e il Corriere della Sera, oltre alla ‘censura’ del modus operandi di Paratici, contengono anche un passaggio chiave per una parte dell’inchiesta, quella relativa alle operazioni a specchio sui calciatori, definite plusvalenze “artificiali”, che portano “beneficio immediato” e “carico ammortamenti”. L’attuale direttore sportivo, di cui Paratici all’epoca era superiore, scrive ancora: “Come siamo arrivati qui?”. Cita quindi “acquisti senza senso” e operazioni di mercato “fuori portata (Kulusevski??)”, oltre alla “distruzione di una generazione: Kean, Spinazzola, Audero…”. L’opinione su Paratici è molto severa: “Giudizi e valutazioni cambiano ogni giorno”, scrive Cherubini parlando di un “piano recupero bilancio disastroso, -forma +sostanza”.

C’è poi una lettera inviata da Stefano Bertola, uomo che si occupa dei contratti della Juventus, al presidente Andrea Agnelli. Anticipandogli una chiusura di bilancio 2021 in profondo rosso, scrive: “On track ma su una bumpy road. Riduzione stipendi e plusvalenze sono operazioni chiave per la messa in sicurezza. Speriamo nel vaccino per lo stadio ma è difficile”. Una frase, quest’ultima, che viene valutata con interesse dagli inquirenti guidati dall’aggiunto Marco Gianoglio perché sottintenderebbe come gli accordi con i calciatori e appunto le plusvalenze siano stati un mezzo per sopperire anche ai minori introiti del botteghino a causa della riduzione della capienza dello stadio a causa della pandemia.

Oltre alla procura di Torino, la Juventus è finita anche nel mirino della Consob. Con l’Autorità indipendente che vigila sulle società quotate in Borsa, il club ha intrapreso una battaglia da diverse settimane. La Consob, infatti, in una lunga relazione sugli ultimi due bilanci ha puntato il dito sull’operato dei bianconeri analizzando le plusvalenze e, proprio come i pubblici ministeri, contestando anche le manovre stipendi. Relativamente a queste ultime, ad avviso, dell’Autorità sarebbero state “un mero differimento”, insomma un “pagamento posticipato”. Erano quindi obbligazioni da iscrivere a bilancio, altrimenti quest’ultimo risulterebbe “non conforme”.

Un rilievo critico in questo senso era arrivato anche da parte del revisore dei conti della Juventus in riferimento alle ultime due chiusure dei conti. Osservazioni che il club ritiene sbagliate e conta di chiarire. Come spiegato in diverse comunicazioni delle scorse settimane, i bianconeri si dicono certi di “aver operato nel rispetto delle leggi” e considerano i rilievi della Consob basati “su interpretazioni di elementi soggettivi” e “applicazioni delle regole contabili, giudizi e valutazioni che Juventus non condivide”.

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